Anche le api vaccinano le proprie larve, e lo fanno grazie ad una proteina importantissima: la vitellogenina, presente in tutte le specie ovipare. La scoperta, pubblicata su Plos Pathogens, arriva dopo 15 anni di ricerca di base sulla vitellogenina. Lo studio portato avanti da tre ricercatori dell’Arizona State University e dell’Università di Helsinki spiega per la prima volta il processo grazie al quale le api trasmettono l’immunità alle larve, fino ad oggi rimasto un mistero.
“Abbiamo scoperto che il veicolo è il più semplice che si possa immaginare: il cibo” ha spiegato Gro Amdam dell’Arizona State University. Come spiegano gli studiosi, le api (Apis mellifera) sono insetti sociali altamente organizzati: la regina esce raramente dall’alveare ed è l’unica a riprodursi; a crescere le larve e a nutrire la regina e tutto l’alveare ci pensano le operaie. In particolare le bottinatrici, che hanno il compito di cercare il cibo (nettare e polline) e di portarlo alla colonia. Ma volando di fiore in fiore, possono venire a contatto con alcuni patogeni che rimangono poi intrappolati nella pappa reale, il cibo prodotto appositamente per la regina. Così i batteri vengono ingeriti, e una volta digeriti raggiungono il suo corpo grasso (l’equivalente del nostro fegato). Qui piccoli frammenti di questi microrganismi si legano alla vitellogenina, una proteina che viene trasmessa alle uova in fase di sviluppo attraverso il sangue, finendo nel tuorlo. Così le larve nascono già vaccinate e il loro sistema immunitario è pronto ad affrontare le malattie.
Questo meccanismo sembra funzionare sia per il comune batterio gram-negativo Escherichia coli, sia con Paenibacillus larvae, gram-positivo e meglio conosciuto come la terribile peste americana: una volta che ha infettato un alveare, l’unica soluzione è incenerire tutto per evitare il contagio. Proprio a causa dei patogeni, ma anche di pesticidi e problemi alimentari, negli ultimi 60 anni le api di tutto il mondo hanno subito un forte declino, decimate dal fenomeno noto come Colony Collapse Disorder.
La comprensione del ruolo della vitellogenina apre le porte per la creazione del primo vaccino commestibile per proteggere questi insetti impollinatori indispensabili: si calcola per esempio che il 35% della produzione mondiale di cibo (per il grano si tocca il 90%) dipenda da loro. “Stiamo brevettando un modo per produrre un vaccino innocuo, molto più semplice ed economico dei precedenti, così da introdurlo negli alveari attraverso un cocktail che le api possano mangiare” ha concluso Dalial Freitak, ricercatore dell’Università di Helsinki.
Riferimenti: Plos Pathogens Doi: 10.1371/journal.ppat.1005015
Credits infografica: Sabine Deviche
Credits immagine di copertina: Christofer Bang