Con una lettera aperta dal titolo “Una Apple più verde” pubblicata sul sito dell’azienda di Cupertino, Steve Jobs ha scelto di rendere note le politiche ambientali di Apple e mettere fine alle critiche delle associazioni ambientaliste. In primis Greenpeace, che nello stilare la classifica delle industrie tecnologiche che più rispettano gli standard ambientali nella produzione, ha riservato ad Apple l’ultimo posto.
Nella sua dichiarazione, Jobs ammette che in materia di attenzione all’ambiente l’errore dell’azienda è stato non aver comunicato in modo trasparente le politiche ambientali adottate. Ed ecco allora palesati i piani adottati e quelli futuri per il contenimento o l’eliminazione di sostanze nocive. Greenpeace ha accolto positivamente la notizia: “L’inedita scelta di trasparenza sulle scelte ambientali della Apple e la dichiarazione di voler eliminare alcune delle peggiori sostanze chimiche dai suoi prodotti è un vero e concreto passo in avanti”.
La roadmap dell’azienda informatica californiana troviamo l’intenzione di eliminare display a tubo catodico Crt dalla propria linea partita nel 2006 e di sostanze come cadmio e cromo esavalente. Via anche l’arsenico nella fabbricazione dei display Lcd a cristalli liquidi, con l’immissione sul mercato dei primi Lcd senza arsenico nel 2008 e dei primi notebook con retroilluminazione Led per la riduzione della quantità di mercurio entro l’anno. Inoltre in programma c’è l’eliminazione delle plastiche in cloruro di polivinile (Pvc) e dei ritardanti di fiamma brominati (Bfr) nei prodotti Apple entro la fine del 2008.
Per quanto riguarda il recupero e il riciclaggio, invece, oltre all’impegno ad attuare un sistema per la valutazione dell’efficacia delle misure adottate, Jobs afferma che avvierà il riciclaggio degli iPod usati in tutto il mondo, permettendo l’acquisto di uno nuovo con il 10 per cento di sconto restituendo il vecchio lettore di musica digitale. Tuttavia, si sente ancora la mancanca ancora una politica di recupero e riciclaggio dei computer che valga anche al di fuori degli Stati Uniti. (r.p.)