Il Network computer. Lontano parente del video terminale a carattere, evoluzione di quegli scatolotti che tantosuccesso ebbero in Francia con il Minitel, rivisitata edizione del concetto di computer “Disc-less”: memorabile flopdatato anni `70. Un telecomando con una piccola tastiera invece del mouse, il televisore in sostituzione del monitor,una capace memoria al posto del disco interno e dei dischetti, un solo programma già inserito in memoria pronto asucchiare l’”intelligenza” per operare direttamente dalla famosa rete Internet. Ecco in sintesi il Network Computer:aggeggio economico (costa poco meno di 500 dollari), semplice da usare, succedaneo degli attuali personalcomputer. Il Network Computer funziona solo se collegato in Rete: senza contatto telematico il terminale diventa un inutile pezzodi ferraglia. Alla base del funzionamento dei Network Computer ci sono infatti i cosiddetti server, i grandi calcolatoricostantemente collegati in rete che erogano programmi, servizi ed informazioni a tutti gli utenti Internet, 24 ore su 24 eper 365 giorni all’anno. E’ dai server di Internet o delle reti aziendali, le famose Intranet, che il Network Computerprende informazioni, i software, le istruzioni per operare. Riusciranno questi nuovi apparecchi elettronici a rimpiazzare i personal computer in casa come in ufficio, o la lorodiffusione si limiterà alla conquista di un piccolo spazio nei soli salotti delle nostre case? La posta in palio è grossa, inballo gli interessi di aziende informatiche hardware e software, pronte a lanciare il guanto di sfida alla cordata Wintel,monopolio di fatto che vede l’amorevole e decennale intesa dei due colossi Microsoft ed Intel; e delle industriedell’elettronica di consumo che vedono sempre più minacciato il proprio dominio d’affari, ovvero quel salotto di casaoggi da tutti corteggiato. I pareri sono discordi. Da un lato c’è chi pensa al Network Computer quale strumento economico per rimpiazzare i pc inazienda; sull’altro fronte chi invece considera questi nuovi frutti dell’era digitale alla stregua di videoregistratori etelevisori, come terminali di uso domestico. Se è vero che il Nc può potenzialmente ridurre i costi in azienda, è anchevero che le imprese sono i soggetti più resistenti a qualsiasi tipo di cambiamento organizzativo. I processi innovativi inazienda sono piuttosto lenti: gli investimenti vanno protetti, le procedure informatiche sviluppate in anni di lavoro nonpossono essere rimpiazzate nel giro di pochi mesi e poi ci sono i costi per l’aggiornamento del personale. Il recenteinsuccesso del famoso Windows ‘95 in ambito aziendale insegna. Si trattava di sostituire il vecchio Windows con unanuova versione, ma per alcuni problemi di incompatibilità molte aziende hanno preferito il vecchio al nuovo sistemaoperativo. Sono questi aspetti ad allontanare il preannunciato terremoto della Bloor a tempi ben più lontani del previsto `97. Per ilNetwork Computer, infatti, non esistono ancora programmi, la sua “intelligenza” è ancora tutta da scrivere. E perquesto motivo che molti esperti pensano che il suo uso in azienda sarà limitato ad alcune elementari applicazioni,come la consultazione di archivi informativi o l’immissione di dati negli archivi aziendali. Insomma, una specie diterminale “stupido” simile a quelli a carattere che si usavano un tempo, arricchito di funzioni grafiche, multimediali edella marea montante di dati oggi disponibili su Internet.Il futuro del Network computer è per molti nel mercato consumer. Questo nuovo tipo di apparecchio, secondo gliesperti, faciliterà l’accesso alla Rete anche ai “comuni mortali”, a quelle persone che hanno poca dimestichezza con glistrumenti informatici con i bit, le Ram, ecc.. E’ su questo tasto che premono le grandi major dell’elettronica, le vecchiee nuove industrie dell’informatica personal che cercano di conquistare nuovi spazi nell’emergente mercato dei mediainterattivi, per mettersi al riparo dalla preoccupante crisi che interessa il settore negli ultimi anni.Negli Stati Uniti, infatti, il mercato dei pc perde quote al ritmo del 5% l’anno, il tasso di crescita è pur sempre a due cifrema i valori sono di gran lunga inferiori a quelli registrati nell’anno d’oro dei pc, il famoso 1994, anno in cui oltreoceanosi vendettero più computer che automobili. Da una crescita del 25% del mercato si è passati all’attuale 14-16% stimatoper la fine di questo anno. Un declino i cui effetti riecheggiano anche sui mercati internazionali.E’ in questo scenario che entra il Network Computer a rimescolare le carte in tavola, ad innescare nuove variabili in unmercato già di per sé particolarmente suscettibile al minimo alito di vento. Quel che è certo è che sarà la rete Interneta dettar legge, a scandire i futuri passi dell’evoluzione informatica, a ridisegnare gli assetti dell’intera industriainformatica. La Rete è oggi al centro dell’universo dei bit: grande annientatrice di standard proprietari, cartinatornasole degli attuali e futuri prodotti informatici.