Mosca bianca, vespa velutina, vespa orientalis. L’innalzamento delle temperature medie, determinato dai cambiamenti climatici, e l’intensificazione dei flussi commerciali, turistici e migratori con il continente asiatico hanno fatto registrare in Europa un drastico aumento di specie di insetti “alieni”. E con l’arrivo di nuove specie di imenotteri – vespe, in particolare – aumenta il numero di punture e il rischio di gravi reazioni allergiche, avvertono gli allergologi della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (SIAAIC), durante il trentesimo Congresso nazionale svoltosi a Firenze.
Ogni anno nel nostro paese circa 5 milioni di persone vengono punte da api, vespe o calabroni e circa quattrocentomila manifestano reazioni allergiche di varia entità, che vanno dall’orticaria all’edema della glottide, dall’asma allo shock anafilattico. È importante saper distinguere le reazioni normali da quelle allergiche, per reagire con prontezza nei casi urgenti e somministrare la terapia adatta. Per le conseguenze delle punture di imenotteri si registrano in Italia fino a 50 decessi all’anno, ma questi numeri possono aumentare con l’arrivo di nuove specie.
Due in particolare quelle “nel mirino”: la vespa orientalis – originaria del Sud Est europeo e del Medio oriente, che dalla Sicilia sta gradualmente risalendo la penisola grazie all’habitat favorevole – e la vespa velutina – arrivata dalla Cina e stabilizzatasi in Piemonte e Liguria.
Gli imenotteri orientali non sono più aggressivi di quelli europei, ma il loro arrivo determina un aumento netto del numero di insetti e quindi fa crescere la probabilità di essere punti. Inoltre la composizione del veleno nei pungiglioni delle vespe aliene non è esattamente identica a quella delle vespe locali e i trattamenti abituali contro le reazioni allergiche potrebbero non essere efficaci.
Le temperature più elevate, oltre a favorire la proliferazione di specie orientali, alterano il comportamento degli insetti autoctoni: le nostre vespe ad esempio iniziano a costruire nidi di dimensioni maggiori che tendono ad essere perenni anziché stagionali, ha spiegato all’Ansa Walter Canonica, presidente del SIAAIC. Proteggersi dalle conseguenze di punture di vespe (europee) si può: i vaccini sono un’arma efficace per il 97% dei casi, anche se, tra gli allergici, solo uno su sette sceglie di farselo somministrare.