La prossima generazione di batterie potrebbe basarsi su “nanofiori”. Questa l’idea di un gruppo di chimici cinesi del Research Institute of Chemical Defense e dell’Università di Pechino, che hanno realizzato delle nanoparticelle di carbonio, disposte a forma di fiore, in grado di sostituire i sistemi di alimentazione elettrica convenzionali, garantendo maggiore potenza, capacità di conduzione e durata. Lo studio è disponibile online su Nano Letters.
Processori sempre più potenti, comandi a distanza ancora più interattivi, apparecchi elettronici molto più multifunzionali. E, per giunta, sempre più piccoli. Da qui nasce l’esigenza di realizzare e sostituire le normali batterie ricaricabili, come gli accumulatori litio-polimero, con batterie di nuova generazione.
I ricercatori hanno ricostruito, a livello molecolare, strisce di carbonio puro, 50mila volte più sottili di un capello, e le hanno poi assemblate in “grappoli”. Su questi nanotubi di carbonio, veri e propri elettrodi con una grande capacità conduttiva, è stato successivamente inserito ossido di manganese – tramite un processo molto economico chiamato elettrodeposizione. In questo modo si è ottenuto un rivestimento tentacolare che, visto al microscopio elettronico, ricorda un fiore.
Rispetto alle batterie realizzate con materiali convenzionali, i “nanofiori” possono immagazzinare molta più energia, durano più a lungo e sono molto più efficienti dei normali dispositivi al litio. “La capacità di ritenzione della carica”, spiega Gaoping Gao, coordinatore dello studio, “ è molto buona, circa il 50,8 per cento in condizioni standard, e il ciclo di vita molto lungo – la perdita di capacità è solo del 3 per cento, dopo 20mila cicli di carica e scarica. Così si apre la strada verso congegni di nuova generazione”. (i.n.)