Nel corso di un’intervista rilasciata a Il Resto del Carlino, il cantante Caparezza (pseudonimo di Michele Salvemini) ha annunciato di dover interrompere i concerti a causa dell’acufene, un disturbo dell’orecchio caratterizzato dalla percezione di fastidiosi fischi, ronzii e tintinnii senza la presenza di rumori esterni e per cui non esiste una cura definitiva. “Faccio questi venti e mi fermo. Non posso rischiare troppo”, ha affermato l’artista.
“Soffrendo di acufene e ipoacusia non posso più fare lunghi giri di concerti come accadeva in passato. In questi sette anni di difficoltà ho incontrato tanti colleghi che m’hanno detto senti questo, fatti vedere da quello, io l’ho fatto ma non è cambiato alcunché. Così ho smesso di cercare cure miracolose per il mio deficit uditivo. Lì per lì, quando ho scoperto di non poter più ascoltare la musica in cuffia, sono andato in crisi, pensando al mio corpo come a una prigione. Così ho provato di tutto, pillole, iniezioni, psicoterapia, ma alla fine ho capito che dovrò semplicemente tenermelo e magari pensare ad altro, distrarmi”.
Cos’è l’acufene e come si manifesta
Si chiama acufene (o tinnito) quel disturbo dell’udito in cui si percepiscono suoni – che variano in tipologia, intensità e frequenza – che non sono causati dall’esterno. L’acufene è un problema piuttosto comune: secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss), in Italia circa il 15% della popolazione afferma di averne sofferto almeno una volta. Mentre in alcune persone è un disturbo poco grave, in altre questi rumori sono così forti che, specie quando la condizione è cronica, essi possono incidere fortemente sull’udito, sulla concentrazione e sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono. Infatti, tra le complicazioni associate agli acufeni ci possono essere, afferma l’Iss, depressione, ansia e disturbi del sonno.
I modi in cui si manifesta l’acufene sono numerosi: i suoni percepiti possono essere paragonabili a squilli, ronzii, sibili, rombi, stridii, fruscii, soffi, e così via. Possono avere intensità variabili, possono essere continui, intermittenti o in alcuni casi seguire l’andamento del battito cardiaco. Si può avere la sensazione di percepirli in un solo orecchio, in entrambi, oppure nella testa. Nonostante la differenza di percezioni, la maggior parte degli acufeni, quelli definiti soggettivi, non sono prodotti da problemi dell’orecchio (nel caso contrario, invece, quando è presente un problema all’orecchio gli acufeni prendono il nome di oggettivi e possono essere percepiti anche dai medici che visitano il paziente), ma si pensa possano essere dovuti a problemi nella trasmissione dei segnali acustici dall’apparato uditivo al cervello. Allo stesso tempo, sottolinea l’Iss, gli acufeni non devono essere confusi con i rumori fisiologici che ogni persona percepisce in un ambiente perfettamente silenzioso, e neanche con le allucinazioni uditive, situazione in cui si crede di sentire suoni, parole, frasi, musica che in realtà sono generati solo dalla psiche.
Acufene, quando è cronico altera l’attività cerebrale
Le cause e i trattamenti
Le ragioni per cui insorge questo disturbo non sono del tutto chiare, ma in alcuni casi può essere causato da una condizione medica sottostante, come la perdita dell’udito legata all’età o ad altri fattori (ipoacusia), lesioni all’orecchio, problemi del sistema circolatorio, assunzione di determinati farmaci. In questi casi, generalmente è possibile migliorare i sintomi trattando la causa sottostante, ad esempio i problemi ai vasi sanguigni, utilizzare apparecchi acustici in caso di ipoacusia, oppure sospendere i farmaci che potrebbero generare o peggiorare l’acufene.
In molti casi, tuttavia, non sembrano esserci cause specifiche di insorgenza dell’acufene, pertanto non può essere curato definitivamente. Eppure vi sono trattamenti e soluzioni che possono aiutare a ridurne i sintomi: per esempio, sembra che siano piuttosto efficaci le cosiddette macchine a rumore bianco, dispositivi che producono suoni ambientali come il rumore della pioggia che cade, le onde dell’oceano o il ronzio di ventole e che spesso vengono utilizzati in caso di disturbi del sonno. Inoltre vi sono anche dispositivi indossabili simili agli apparecchi acustici che producono rumori bianchi continui a basso volume, che sembrano essere utili per mascherare i sintomi dell’acufene.
Tra i trattamenti proposti per la gestione degli acufeni, vi sono anche programmi di trattamento personalizzati condotti da audiologi esperti, attività di counselling e di psicoterapia (in particolare la terapia cognitivo comportamentale), che possono rendere la percezione dei suoni meno fastidiosa, oltre a poter aiutare anche nelle complicanze associate all’acufene come ansia e depressione. In più, la ricerca in questo ambito non si ferma: ricercatori e clinici stanno studiando modi in cui la stimolazione magnetica o elettrica del cervello (per esempio la stimolazione magnetica transcranica e la stimolazione cerebrale profonda) può aiutare ad alleviare i sintomi dell’acufene e si spera, in un futuro prossimo, riuscire a curarlo.
Via: Wired.it