Censimenti da rifare

La caccia alle foche in Canada è ingiustificata. Lo sostiene il rapporto “Canadian Seal hunt: No Management and No Plan” di Greenpeace che smantella le argomentazioni scientifiche usate dal governo canadese per motivare il piano di caccia commerciale 2003-2005, che causerebbe l’uccisione di quasi un milione di foche. Gli scienziati, si legge nel documento, non saprebbero valutare bene la consistenza delle popolazioni: le stime, infatti, si basano su un censimento che avviene ogni cinque anni, ma la caccia riguarda i cuccioli di foca, nel 95 per cento uccisi dopo i primi 14 giorni di vita, che così non raggiungono i cinque anni. Occorrerebbero, perciò, almeno dieci anni per avere un’idea dell’impatto della caccia sulla popolazione di foche. Le quote diffuse dal Dipartimento degli Oceani e della Pesca (Dfo), inoltre, ometterebbero il reale numero di animali cacciati. Nel triennio 2003-2005 la quota che è consentito cacciare è di 975 mila esemplari, cifra che però non tiene conto degli animali “uccisi e persi”, di quelli uccisi illegalmente o abbandonati perché la loro pelliccia è danneggiata, continua Greenpeace. Infine, il piano canadese di gestione della popolazione di foche non terrebbe conto dell’influenza di fattori esterni come i cambiamenti climatici. Per evitare lo sterminio di 350 mila cuccioli di foca in Canada, gli Animalisti Italiani hanno indetto per il 15 marzo una manifestazione presso l’ambasciata canadese in Italia che prevede la consegna delle migliaia di firme raccolte contro la caccia (www.animalisti.it) e la presentazione al Governo di una mozione dei Verdi per la messa al bando dell’importazione di tutti i prodotti derivati dalle foche. (r.p.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here