La rivista Indoor and Built Environment, nata con lo scopo di monitore scientificamente i danni del fumo passivo, non è per niente indipendente e autonoma. Lo sostiene su The Lancet di questa settimana una ricerca coordinata da Simon Chapman dell’università di Sydney, Australia.La rivista è pubblicata dalla International Society of the Built Environment, nata nel 1989 su inziativa dei maggiori produttori di sigarette che intendevano così migliorare la propria immagine presso il pubblico e la comunità scientifica, finanziando un gruppo di studio indipendente sui danni del fumo. Rileggendo le relazioni che ricoprono il periodo compreso fra il gennaio 1992 e il febbraio 2004, i ricercatori hanno scoperto però che quasi tutti i responsabili delle ricerche che sostengono che il fumo passivo non arreca danni alla salute (più del 60 per cento sul totale) hanno avuto in passato rapporti lavorativi con l’industria del tabacco. Inoltre si evidenziano stretti legami finanziari fra l’industria del tabacco e il consiglio d’amministrazione della società editoriale che pubblica il bollettino. (b.s.)