Uno studio dei ricercatori della Cornell University di New York potrebbe presto portare alla soluzione di alcuni problemi che, fino ad oggi, sono sempre stati definiti “intrattabili” dai calcolatori. Il metodo, ideato da Carla Gomes e dai suoi collaboratori, si basa sull’idea di riprodurre nel calcolatore il processo mentale compiuto dagli esseri umani quando si trovano davanti un problema di difficile soluzione. Nel tentativo di risolverlo, quando un essere umano capisce che la strada intrapresa non porta alla soluzione, di solito si ferma e torna indietro per ripartire da un diverso punto di vista. Il calcolatore invece, appena scelta una strada, tra le molte possibili, non è in grado di tornare indietro. E’ come se il computer si trasformasse nel cane che cerca di mordersi la coda. I problemi a cui si rivolge lo studio sono quelli “combinatori”. Al calcolatore vengono assegnate una serie di variabile e, sotto alcune condizioni, deve fornire la migliore soluzione possibile. Esempi di problemi combinatori sono lo studio degli orari dei voli aerei, della trasmissione di energia elettrica, il controllo dei trend economici, e anche il classico gioco degli scacchi. (a.l.)