Sembra che i pazienti guariti da Covid-19 che dopo qualche tempo tornano di nuovo positivi al tampone non siano infettivi. A sostenerlo è l’indagine epidemiologica aggiornata al 18 maggio dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie della Korea del Sud (Kcdc), che conferma anche la presenza di anticorpi neutralizzanti. Quelle rilevate dal tampone, dunque, sarebbero particelle virali morte. Questi primi risultati stanno spingendo il Paese a allentare le misure restrittive nei confronti di chi apparentemente si è reinfettato dopo essere stato dichiarato guarito.
Il virus è morto
Dopo il primo report di fine aprile la Korea del Sud ha continuato a raccogliere e analizzare i campioni del monitoraggio attivo dei guariti da Covid-19. Al 15 maggio 447 persone sono risultate nuovamente positive al test del tampone per il nuovo coronavirus (in media il test è stato eseguito dopo due settimane dalla dimissione dall’ospedale o dalla fine dell’isolamento domiciliare).
Per 285 di questi pazienti il Kcdc ha rintracciato in totale 790 contatti, nessuno dei quali però è risultato positivo al virus da quando i pazienti si sono reinfettati.
Come si spiega? La risposta che gli esperti si sono dati è che i pazienti reinfettati spargano in realtà solo particelle virali morte, che non possono propagare l’infezione. Su 108 campioni biologici, infatti, sono stati eseguiti esami di laboratorio dai quali è emerso che il virus in coltura non si replicava.
Immunità: quale e quanta?
I ricercatori hanno anche testato due campioni di siero prelevati in successione da 23 pazienti reinfettati trovando nel 96% dei casi anticorpi neutralizzanti.
Alla luce di questi dati la Korea sta allentando le misure restrittive per chi è guarito da Covid-19, il che significa che per queste persone non sarà necessario avere un nuovo tampone negativo per tornare al lavoro o a scuola.
Tuttavia la questione dell’immunità dei guariti è ancora aperta, sottolineano gli esperti. E’ probabile che essere guariti da Covid-19 conferisca una certa protezione nei confronti di una nuova infezione, ma mancano ancora prove concrete. La protezione, poi, potrebbe non essere completa: va detto infatti che dei 285 pazienti reinfettati studiati dal Kcdc il 44% presentava di nuovo sintomi come tosse e mal di gola.
Via: Wired.it
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