DNA, geni ed evoluzione. Piccola guida per principianti

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    (Foto via Pixabay)

    Cosa può aspettarsi un principiante da un “sillabario di genetica” come quello scritto da Guido Barbujani, professore di Genetica all’Università di Ferrara? Anche se il sillabario è esplicitamente rivolto ad inesperti, un po’ di genetica bisogna veramente conoscerla, altrimenti tutto diventa parecchio difficile quando si parla di DNA. La semplificazione divulgativa richiede sempre buone capacità di sintesi, e l’autore stesso riconosce la necessità di non banalizzare troppo gli argomenti, per non perderne di vista la complessità e scivolare nell’approssimazione.

    Il testo si articola intorno a due parole chiave, evoluzione e biodiversità, entrambe necessarie per cominciare a comprendere ciò che, nel nostro presente, viene dal passato attraverso le modificazioni del patrimonio genetico dei viventi, nei lunghi processi di cambiamento che li rendono a uno stesso tempo simili e diversi tra loro. La genetica è una scienza relativamente recente e Barbujani sintetizza la storia delle scoperte realizzate nell’ultimo secolo in questo campo, accenna alle problematiche aperte da questi studi, e suggerisce interpretazioni di alcuni importanti situazioni attuali, visti alla luce delle più recenti conoscenze. Come spesso succede in biologia, scrive Barbujani, le cose sembrano semplici finchè se ne sa poco, ma più se ne sa più le semplificazioni vacillano.

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    Guido Barbujani

    Sillabario di Genetica – per principianti

    Saggi Bompiani, pp 268, € 18.00

    Non tutto il nostro DNA ci appartiene

    Il genoma è una struttura complessa ed anche se la sequenza dei nucleotidi che compongono il DNA di molte specie, compreso l’uomo, è ormai conosciuta, le regole sintattiche che ne organizzano il funzionamento sono ancora misteriose. Nel DNA umano si trovano infatti geni che potranno eventualmente essere tradotti in proteine e regioni che regolano quando e come questi processi dovranno avere luogo, zone intercalate di cui non si conosce ancora il significato, geni responsabili della formazione delle diverse molecole di RNA, molti avanzi di DNA di origine virale, sequenze di nucleotidi ripetute più e più volte… In conclusione, dice Barbujani, dei tre miliardi di nucleotidi che compongono il genoma di ogni cellula umana, un miliardo e mezzo non è veramente nostro ma deriva da virus che hanno inserito, nel nostro, il loro genoma: i geni veri e propri, comprese le regioni che ne controllano l’espressione, non arrivano al 15% del totale. Inoltre bisogna considerare i geni dei miliardi di microrganismi che non fanno parte del nostro corpo ma vivono all’interno del nostro organismo, diversi nei vai organi e indispensabili alla nostra vita.

    All’evoluzione servono le differenze

    La storia evolutiva raccontata dal DNA dei viventi che possiamo organizzare in un albero genealogico fin dalle origini, ci parla delle differenze intervenute nei genomi nel corso dei miliardi di anni, delle separazioni tra le specie, della estinzione di altre. Perché ci sia evoluzione ci vogliono differenze, e le differenze nei genomi si manifestano nelle differenze tra gli individui e nella derivazione di nuove specie da specie parentali. La selezione naturale, intuita già da Darwin, ha permesso l’affermarsi delle differenze responsabili di quelle caratteristiche che si dimostrano consone all’ambiente, e la loro trasmissione alla discendenza.

    Non esiste un gene della criminalità

    Oggi sappiamo che ogni organismo ha un suo genoma personale: per quel che riguarda gli umani, condividiamo con qualsiasi sconosciuto il 99,9% del nostro DNA, cioè tra due di noi ci sono almeno tre milioni di differenze ma la parte comune è derivata, in tutti, dai nostri antenati africani. Le nostre somiglianze e differenze morfologiche e fisiologiche, come anche molte nostre malattie, dipendono sia dalla costituzione genetica di ciascuno sia dalle condizioni ambientali in cui si vive, ma – ricorda Barbujani, non ci sono geni per la criminalità come non ci sono geni per l’intelligenza o geni per l’amore, così come non è molto attendibile la ricerca genetica delle origini e delle parentele promessa dai servizi di lettura del genoma offerti in rete.

    I nuovi geni delle tecnologie del DNA

    Un capitolo su i “nuovi geni” dovuti alle tecnologie del DNA ricombinante permette ormai di produrre mutazioni del genoma in modo mirato: una breve discussione sul ruolo economico degli Organismi Geneticamente Modificati e un invito alla discussione scientifica che metta a confronto opinioni diverse conclude il “sillabario”. Le indicazioni bibliografiche alla fine di ogni capitolo riportano sia indicazioni di lettura sia una aggiornata sitografia, con l’invito a guardare in particolare filmati relativi a processi molecolari che è sempre difficile spiegare a parole.

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