Un animale creato appositamente per studiare i meccanismi alla base del ritardo mentale. E’ quanto hanno fatto per la prima volta alcuni ricercatori del Cnr di Pavia guidati da Daniela Toniolo che ha presentato i risultati dello studio al meeting internazionale dell’European Society Human Genetic, a Strasburgo. Molte delle forme di ritardo mentale che si manifestano negli esseri umani non possono essere associate a sindromi specifiche, ma a concause di origine ambientale e genetica che ne determinano caratteristiche e gravità. Come nel caso della XLMR (X-linked mental retardation), associata all’alterazione di almeno sette geni diversi. I topi prodotti nei laboratori di Pavia mancano completamente di uno di questi geni, il gdi1 che codifica per una proteina coinvolta nel meccanismo con cui vengono trasmessi gli impulsi nervosi a livello delle sinapsi. Gli esami istologici fatti su questi animali hanno mostrato una completa assenza della proteina nella regione CA3 nell’ippocampo, la zona deputata al controllo di alcune funzioni della memoria. A livello comportamentale i topi geneticamente modificati mostravano capacità sensoriali e di apprendimento normali mentre avevano difficoltà a fare associazioni temporali e spaziali. (t.c.)