Confermata, grazie a un nuovo metodo di indagine, l’esistenza di perturbazioni termiche nel mantello terrestre. I geologi coordinati dall’italiana Raffaella Montelli dell’Università di Princeton hanno elaborato una mappa tridimensionale della distribuzione di calore all’interno del pianeta. Nello studio, pubblicato su Science, le onde sismiche hanno consentito di rilevare la temperatura. La velocità con cui i terremoti si propagano dipende infatti dalla temperatura locale e dai materiali incontrati durante il cammino. In particolare le onde rallentano in corrispondenza delle zone più calde. Dai dati raccolti in oltre tremila stazioni sismografiche sparse in tutto il mondo gli scienziati hanno ottenuto un’immagine sorprendentemente chiara dell’interno della Terra. E per la prima volta hanno verificato direttamente l’esistenza nel mantello di colonne di materiale più caldo, identificate con le perturbazioni termiche (mantle plumes) previste teoricamente già nel 1971. Si ritiene che in corrispondenza dei plumes la crosta terrestre si sollevi. Questo fenomeno sarebbe quindi all’origine di catene di isole vulcaniche, come le Hawaii o l’Islanda. Ma ciò che accade all’interno della Terra non è ancora del tutto chiaro e non tutte le perturbazioni presentano le medesime caratteristiche. Per approfondire gli aspetti ancora controversi Montelli si è dichiarata pronta a perfezionare la tecnica di rappresentazione e ripetere l’analisi. (g.p.)