Perché l’endometriosi può essere causa anche di infertilità? A provare a rispondere a questa domanda è stato un team di ricercatori della Michigan State University, secondo cui le ragioni per cui alcune donne con endometriosi e infertilità potrebbero essere riconducibili alla carenza di una specifica proteina.
L’endometriosi
L’endometriosi è una malattia che in Italia colpisce quasi il 5% delle donne. Solo nel nostro paese, quindi, sono quasi 3 milioni di casi nei vari stadi clinici della condizione, che nel 30-40% dei casi può essere causa di infertilità. La patologia solitamente compare tra i 25 e i 35 anni e causa la presenza anomala di tessuto uterino (l’endometrio appunto) in altri organi, come ad esempio le ovaie, la vagina e l’intestino portando a dolore pelvico cronico durante il ciclo mestruale e i rapporti sessuali.
I meccanismi che causano questa condizione non sono ancora conosciuti, ma la recente scoperta, descritta in uno studio pubblicato su Science Translational Medicine, ipotizza il coinvolgimento di una particolare proteina e potrebbe aprire la strada per il trattamento dell’infertilità causata da questa malattia. Al momento, infatti, le uniche terapie a disposizione sono interventi chirurgici con lo scopo di rimuovere il tessuto uterino anomalo e trattamenti ormonali, ma si tratta di interventi invasivi con effetti collaterali spesso non trascurabili, e con un tasso di successo non molto elevato.
La proteina collegata all’infertilità
Nella ricerca, gli scienziati della Michigan State University hanno osservato come le donne affette da endometriosi solitamente hanno livelli relativamente bassi di un particolare proteina chiamata HDAC3, che ha il compito di regolare l’espressione di due geni, COL1A e COL1A2.
Durante lo studio, l’autore Tae Hoon Kim e i suoi colleghi hanno analizzato l’espressione di HDAC3 in campioni di endometrio prelevato da pazienti affette dalla patologia e hanno osservato che queste donne in generale presentavano livelli relativamente bassi di questa proteina, se confrontate con un gruppo di controllo. Questi livelli tendevano a scendere durante la progressione della malattia, un risultato che è stato confermato da ulteriori esperimenti condotti su babbuini e topi affetti dalla stessa.
Per osservare le conseguenze di una carenza di HDAC3 sulla fertilità, i ricercatori hanno condotto ulteriori studi sui topi e hanno osservato che questa solitamente causava il fallimento dell’impianto dell’embrione nell’utero e rendeva gli esemplari sterili. Gli scienziati sottolineano come questa scoperta sia un primo passo avanti nello sviluppo di strategie che possono prendere di mira questi meccanismi ed aiutare a trattare l’infertilità associata a questa malattia.
Riferimenti: Science Translational Medicine