Guerra di dominio

Un nuovo capitolo della “guerra dei domini” tra provocazioni, azioni di hackeraggio, smentite, ma soprattutto infiniti disagi per gli utenti, si sta consumando presso la società americana Internic il più potente gestore dei nomi a dominio su Internet. Infatti alle 23,30 di mercoledì scorso sono stati trovati dati corrotti all’interno dei database di Internic. Ciò ha provocato un improvviso “crash”, rendendo difficilissima per molte ore la connessione soprattutto con i più diffusi siti ”.com” e ”.net”.

Si è trattato probabilmente di un’azione di hackeraggio per protestare contro la gestione monopolistica di Internic. Anche se proprio oggi la Network Solution ha smentito l’accaduto attribuendolo a un semplice problema tecnico che ha riguardato il consueto controllo che i nameservers della Rete effettuano su Internic per aggiornare i loro database con le registrazioni di nuovi domini. Sebbene i file messi a disposizione di Internic fossero corretti, molti networks non hanno potuto aggiornare i loro server. Difetto che, come dichiarano, è stato eliminato solo nella serata di giovedì.

Intanto Eugene Kashpureff fondatore di Alternic, un’associazione che si propone come concorrente di Internic per la registrazione dei domini senza seguire le direttive governative e che si batte contro il monopolio degli indirizzi in Internet, si è attribuito la paternità dell’accaduto con un’intervista alla rivista Wired. Kashpureff ha affermato di aver scoperto un “buco” nel programma che traduce i nomi dei siti nei corrispondenti indirizzi numerici, gli IP. Egli ha prima tirato un brutto scherzo a Internic, creando all’inizio dell’estate una propagazione di siti “alternic”. Ma il colpo grosso lo ha prodotto in questi giorni quando ha cambiato l’indirizzo a molti dei siti contenuti nel registro creando un effetto a cascata. Infine nelle ultime 24 ore ha cambiato l’indirizzo anche al sito della Internic: così digitando “http://www.internic.net” si veniva trasportati al sito “http://www.alternic.net/protest.html”. E’ come se avesse cambiato nell’elenco telefonico, l’associazione tra i nomi delle persone e i loro numeri di telefono, senza tuttavia manometterli.

Infatti Kashpureff ha dichiarato di non aver modificato gli indirizzi numerici (IP) che sono il vero numero di identificazione dei computer in rete. Ma ciò non toglie che con il suo atto dimostrativo ha sollevato il coperchio su uno dei punti deboli di Internet. La rete diventa instabile quando assume strutture centralizzate come è accaduto nel caso di Internic, con un unico grosso gestore di domini. Un monopolio che viene meno al primo principio di Internet: il suo essere ed esistere fin dalla sua nascita negli anni Sessanta, fortemente decentralizzata. Una rete, appunto, che permette anche nel caso di un crash su un nodo, di aggirare i problemi attraverso altre connessioni. Altrimenti Internet rischia per debolezza strutturale di diventare una terra selvaggia dove come si chiede Waired potremo “sequestrare” il sito della Casa Bianca.

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