I neonicotinoidi drogano le api: volano frenetiche e fanno poca strada

neonicotinoidi

I neonicotinoidi, fra i più comuni insetticidi utilizzati in agricoltura, alterano il comportamento in volo delle api, riducendo il loro campo d’azione. A rivelarlo è uno studio condotto dall’Imperial College London, che mostra che i bombi, genere di imenotteri della stessa famiglia delle api, esposti a queste sostanze volano in modo più frenetico e percorrono distanze più brevi. Di conseguenza, hanno minori possibilità di nutrirsi e di impollinare i fiori. I risultati sono pubblicati sulla rivista Ecology & Evolution.

I neonicotinoidi e la moria delle api

Le api, oltre a produrre il miele, hanno un ruolo essenziale come impollinatori nella riproduzione delle piante e sono importanti, su larga scala, per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema in cui vivono e anche la produttività delle colture. Per questo è bene proteggerle da minacce esterne, come quelle degli insetticidi.

Da tempo i neonicotinoidi sono sotto inchiesta come possibili responsabili della moria di api che si registra in tutto il mondo da qualche anno a questa parte, perché ridurrebbero l’efficienza degli insetti nel riuscire ad alimentarsi e a costruire l’alveare.

I neonicotinoidi sono una delle più diffuse classi di pesticidi al mondo e sono utilizzati in agricoltura per uccidere i parassiti delle piante. Ma possono contaminare anche i fiori e dunque entrare in contatto con gli insetti impollinatori. Il rischio di contatto è reale: ad esempio un recente studio ha mostrato che molto spesso il miele contiene questi pesticidi.

Breve è il volo dei bombi iperattivi

Gli autori hanno voluto studiare il rapporto fra i neonicotinoidi e i bombi, con particolare attenzione alla mobilità in volo degli insetti. Per farlo hanno scelto, fra questi pesticidi, un composto chiamato imidacloprid (vietato nella Ue dall’aprile 2018, insieme a quello di altri due composti, clothianidin e thiamethoxam) . Per monitorare il comportamento di bombi che erano stati esposti alla sostanza, scienziati li hanno “taggati” con un chip metallico applicato sulla parte posteriore del corpo.

Osservando i tracciati, sorprendentemente, i ricercatori hanno visto che i bombi esposti al neonicotinoide erano iperattivi, un po’ come se fossero euforici, e volavano più rapidamente. Tuttavia, questa iperattività ha un costo elevato, spiegano gli autori: i bombi lo pagano con una minore percorrenza e un volo più breve. Difatti, gli insetti esposti all’imidacloprid percorrevano una distanza pari a un terzo di quella dei bombi non esposti al neonicotinoide.

I neonicotinoidi drogano i bombi

“I neonicotinoidi stimolano i nuroni come la nicotina“, spiega Daniel Kenna, del Dipartimento di scienze della vita all’Imperial College London. “I nostri risultati”, va avanti il ricercatorie, “suggeriscono che questa iperattività, questo volo iniziale rapido, potrebbe essere causa di un maggiore dispendio di energia oppure di un calo della motivazione, che determina un volo di durata minore”.

Questa frenata prima del tempo non fa bene alle api. “Gli effetti negativi dell’esposizione al pesticida sulla durata del volo”, aggiunge Richard Gill, del dipartimento di scienze della vita all’Imperial College London, “riguardano una potenziale riduzione dell’area in cui le colonie di api possono cercare cibo. Le api esposte potrebbero non essere in grado di raggiungere risorse fino ad allora accessibili. Oppure potrebbero non essere capaci di tornare al loro alveare dopo essere entrate in contatto con fiori contaminati”. La riduzione dell’area accessibile è pari fino all’80%. Un’alterazione di questo genere, inoltre, potrebbe diminuire anche la capacità delle api di impollinare i fiori.

Riferimenti: Imperial College London; Ecology & Evolution

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