Il fiume che creò la montagna

I fiumi smantellano le montagne, si sa, ma anche in questo caso la regola ha un’eccezione: in Tibet, tra le gole dell’Hymalaya, lo Yarlung Tsangpo ha fatto sorgere un massiccio alto più di 7.700 metri. Il fenomeno, battezzato “aneurisma tettonico”, è stato descritto da un gruppo internazionale di geologi guidato da Noah Finnegan della Cornell University, sull’ultimo bollettino della Geological Society of America (Gsa).

Lo Yarlung Tsangpo, “Il purificatore”, è tra i più grandi fiumi del mondo, scorre alle quote più elevate (quattromila metri di altezza in media), ed è uno dei più impetuosi: i suoi tremila metri di dislivello (su una lunghezza di circa duemila chilometri), la sua velocità e la sua portata, ne fanno un potente scavatore. I canyon che ha intagliato tra le rocce, profondi anche cinque chilometri, e le cascate alte fino a trenta metri, hanno ispirato il mito di Shangri-la, il luogo fantastico raccontato dallo scrittore statunitense Hilton nel romanzo del 1933  “Orizzonte perduto”.

In un tratto del suo percorso, il fiume passa vicino al massiccio chiamato “Namche Barwa – Gyala Peri”, dal nome dei due picchi più alti, rispettivamente di 7.756 e 7.150 metri. Mentre il resto della catena dell’Hymalaya è cresciuta a velocità uniforme negli ultimi 50 milioni di anni, il massiccio si è innalzato in meno di due milioni di anni. Secondo Finnegan, ciò è avvenuto perché il fiume ha rimosso, in poco tempo, un’enorme quantità di detriti da un angolo della crosta terrestre indiana, “alleggerendola”. Fenomeno che avrebbe consentito a questa piccola parte della crosta di innalzarsi molto più velocemente rispetto al resto della catena montuosa. (mi.m)

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