Gli infortuni sportivi sono roba da donne. Le atlete sembrano infatti andare inconto, rispetto ai maschi, a molti più traumi, in particolar modo quelli che interessano l’apparato muscoloscheletrico. Secondo uno studio condotto dalla fisiologa Vicki Harber dell’Univesità di Alberta (Canada) e pubblicato sulla rivista del movimento Canadian Sport for Life, a seconda dello sport praticato il tasso di infortuni delle donne è dalle due alle sei volte più alto di quello dei loro colleghi.
Nella sua revisione sistematica la Harber identifica negli allenamenti una delle cause principali: questi sono quasi sempre pensati e messi a punto per atleti maschi e poi adattati per le ragazze senza però fare attenzione alle differenze biologiche tra i due sessi. Bisognerebbe invece, come spiega la ricercatrice, prendere in considerazione per esempio l’influenza degli ormoni sul controllo neuromuscolare, la maggiore lassità dei legamenti femminili e altri fattori anatomici e biomeccanici.
Gli sport dove il distacco tra infortuni maschili è femminili è più alto sono la corsa campestre, le sei discipline della ginnastica e il calcio. Le ragazze che praticano quest’ultimo sport sono quelle che riportano un maggior numero di problemi alle ginocchia (sempre rispetto ai colleghi uomini), seguite da quelle che giocano a pallacanestro, ahockey su prato, a softball e a pallavolo. Per le atlete, inoltre, sono più alti sono anche i rischi di recidive.
“Ma il rischio a cui gli allenatori delle ragazze devono prestare più attenzione è quello della cosiddetta triade”, ha raccomandato la Harber, “Sono tre separate ma interconnesse condizioni – disturbi alimentari, amenorrea e osteoporosi – che prese singolarmente sono serie ma curabili, mentre quando si verificano insieme possono essere letali”.
Spiegare il legame che esiste tra sana alimentazione, salute riproduttiva e delle ossa, ricordare l’importanza di questi tre aspetti per il successo sportivo e realizzare regimi di allenamento adeguati sono, secondo la ricercatrice, le attenzioni minime necessarie per salvaguardare la salute delle giovani atlete. (c.v.)
Riferimenti: Canadian Sport For Life