Internet, più veloce non si può

    Un team di ricercatori della Washington State University, della Università di Leuven (Belgio) e dell’Accademia delle Scienze cinese ha sintetizzato in laboratorio un tipo di molecole (cromofori organici) in grado di interagire con la luce come nessun altro materiale era mai riuscito prima d’ora. Lo studio, pubblicato su Optical Letters, potrebbe rivoluzionare le connessioni a fibra ottica usate, fra l’altro, per i collegamenti Internet ad alta velocità.

    Le molecole, preparate in Cina e tastate in Belgio, potrebbero essere utilizzate per realizzare switch, connessioni Internet e sistemi di memoria ottica più efficienti e veloci. E i vantaggi saranno innumerevoli. Il nuovo materiale, infatti, interagisce con la luce il 50 per cento in più rispetto alle molecole finora provate. La conversione dell’energia della luce in qualsiasi altra forma di energia utilizzabile potrebbe avvenire quindi in modo molto più rapido. Oggi, il limite delle connessioni a fibra ottica è proprio il tempo di conversione dell’informazione che viaggia prima sotto forma di impulsi luminosi e poi, prima di arrivare al computer, sotto forma di impulsi elettrici. Al momento, però, i ricercatori suggeriscono cautela sui tempi delle applicazioni: le prime non potranno essere messe a punto prima di qualche anno.

    Cuore dello studio sono state le intuizioni di Mark Kuzyk (nella foto, Credit: Robert Hubner per la Wsu), fisico della Washington State University, noto per il limite che porta il suo nome o “limite fondamentale”. “Questo limite”, ha spiegato lo stesso Kuzyk, “non è numero singolo ma una curva su un grafo che mostra quanto fortemente ogni tipo di materiale interagisca con la luce. La nozione che luce e materia interagiscano può suonare strano a un “laico”. Ma per un fisico apre un intero spettro di possibilità”. Fino a oggi nessun materiale aveva mai superato questo limite ma, con questa ricerca, Kuzyk pensa che le nuove molecole possano superarlo.

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