Il 2003 è stato un anno pieno di sorprese per la scienza. In tutti i campi: fisica, astronomia, scienze naturali, medicina. Non dev’essere stato facile per la rivista Science stilare la consueta “hit parade” delle scoperte più importanti, ma anche quest’anno i redattori hanno sfornato una classifica e un bilancio. Ha vinto l’”energia oscura”. Grazie alla sonda Wmap (Wilkinson Microwave Anisotropy Probe) sono stati ottenuti ritratti dell’universo giovane che, combinati con i dati che ci vengono dall’attuale stato delle galassie, confermano che l’universo è composto di una misteriosa energia e di materia oscura. Il Wmap ha infatti fotografato l’universo come era subito dopo il Big Bang, quando aveva solo 400mila anni, praticamente l’infanzia del mondo. Lo scorso febbraio i ricercatori dello Goddard Space Center in Maryland – che hanno costruito e gestiscono il satellite Wmap – fanno pubblicato la misura accurata della composizione dell’universo. Poche settimane dopo alcuni ricercatori dell’Università di Pittsburg annunciavano sulla rivista Nature che, combinando i risultati di Wmap con la mappa del cielo comprendente 25 milioni di galassie (ottenuta dalla Sloan Digital Sky Survey), si confermava l’ipotesi dell’energia oscura e della materia senza luce.Al secondo posto, “Science” colloca lo studio dei fattori genetici nelle malattie mentali ereditarie, in particolare la schizofrenia, la depressione e i disturbi bipolari, identificando alcuni dei candidati geni coinvolti. Al terzo posto le ricerche sul clima; misure effettuate sulle condizioni atmosferiche della Terra hanno confermato l’aumento del riscaldamento globale, e dai dati è possibile valutare quanta parte dell’effetto “serra” sia prodotto dall’inquinamento. Scioglimento dei ghiacciai, siccità e mutamenti nella distribuzione di piante e animali sono tra le conseguenze. Anche l’oceano si riscalda mentre il suolo sottostante si innalza.Al quarto posto si collocano i progressi nell’uso di molecole di acido ribonucleico per studiare lo sviluppo e regolare l’espressione genica. Di particolare interesse sono soprattutto gli Rna d’interferenza o ‘’small interfering Rna’’ (siRna), frammenti di circa 20 nucleotidi di acido ribonucleico a doppia elica in grado di inibire certi geni agendo così: i brevi filamenti incontrano molecole di “Rna messaggero” che eliminano usando un enzima chiamato ‘dicer’. Il meccanismo di questa interferenza attualmente non è completamento chiaro, ma costituisce un sistema importantissimo per la possibilità di controllare efficacemente le malattie, distruggendo geni malati o cancerosi. Seguono i dati ottenuti nella ‘cattura’ di motori molecolari in movimento, con markers technicolor in nanoscala. Poi le scoperte sull’origine delle esplosioni di raggi gamma nell’universo, la sorpresa che le cellule staminali possono svilupparsi anche per dar luogo a cellule germinali come ovociti o sperma, gli studi su materiale high-tech che può flettere la luce e altre radiazioni magnetiche in una direzione inaspettata.E infine, due importanti scoperte mediche. Nel 2002 era stata portata a termine la mappa della struttura molecolare del cromosoma maschile. L’Y ha l’importante responsabilità di determinare il sesso maschile nell’embrione, pur essendo il più piccolo di tutti i cromosomi umani. In mezzo a un gran disordine di sequenze di Dna difficilmente decifrabili, e tra molto materiale genetico inutilizzato, nell’Y vi sono pochi geni, in tutto 78, contro le migliaia presenti nei restanti cromosomi. Dato che il nostro patrimonio ereditario si avvicina ai 40.000 geni, è solo il 2 per mille che differenzia uomini da donne: chi l’avrebbe detto? Caotico, confuso, minimalista, questo cromosoma da “hit parade” ha subito molte modificazioni nel corso dell’evoluzione perdendo via via il materiale ritenuto superfluo.La lista si conclude con un successo: l’efficacia di una terapia anti-tumorale basata sulla strategia di “soffocare i tumori”. Le neoplasie necessitano di apporto sanguigno per crescere e metastatizzare. Napoleone Ferrara, “cervello” italiano esportato da Catania a San Francisco scoprì anni fa il Vegf, il fattore di crescita vascolare, e ha poi realizzato con la ditta Genetech degli anticorpi che combattono questo fattore. Dopo numerosi ed estesi studi preliminari ‘in provetta’, ben 900 pazienti affetti da tumore del colon sono stati trattati. Il farmaco si chiama Avastatin, e ha allungato del 50 per cento l’aspettativa di vita di pazienti affetti da malattia del colon metastatica, quando combinato con chemioterapia. Un successo in parte italiano che ci fa guardare al 2003 come un anno carico di promesse per un 2004 ricco di novità.