Un’équipe dell’Università di Umeå, in Svezia, ha identificato per la prima volta i segnali molecolari che regolano l’attivazione dei follicoli immaturi all’interno delle ovaie. Questa scoperta, pubblicata sull’ultimo numero di Science, può avere conseguenze significative da un punto di vista sia clinico sia fisiologico, oltre che per la tecnica di fecondazione in vitro. In una donna fertile la maggior parte dei follicoli primari si trova in uno stato “dormiente”. La menopausa, infatti, si manifesta quando tutti questi follicoli hanno raggiunto la maturità e non può più avvenire l’ovulazione. Fino ad oggi, i meccanismi che controllano l’attivazione dei follicoli “a riposo” erano sconosciuti.
I ricercatori svedesi hanno ora trovato che il processo di maturazione è disciplinato da una serie di segnali molecolari chiamata Pten-Pi3k (dal nome della proteina Pten coinvolta nel processo). Gli scienziati hanno infatti creato cavie geneticamente modificate in cui il gene che codifica per la proteina Pten viene inattivato nelle cellule uovo. In questi animali tutti i follicoli maturano prematuramente e le ovaie risultano “svuotate” in giovane età. Secondo gli autori, le donne che soffrono di menopausa precoce (Pof), potrebbero avere lo stesso difetto di sintesi proteica.
La scoperta potrebbe avere delle applicazioni anche nel campo della fertilizzazione in vitro. Attualente, infatti, non si utilizzano follicoli primari inattivi, dal momento che non è possibile portarli a maturazione in laboratorio. Adesso si intravede la possibilità di stimolare la crescita dei follicoli primari in provetta, e ampliare le possibilità di successo della tecnica. E questo non solo per gli esseri umani, ma anche per gli animali domestici e d’allevamento, e per tutte le specie a rischio di estinzione. (l.s.)