Una spremuta di Luna. È più o meno questo quello che ha combinato la Terra quattro miliardi di anni fa. Lo hanno appena scoperto gli scienziati della University of California, Santa Cruz, guidati da Ian Garrick-Bethell: le forze di marea esercitate dal nostro pianeta durante le fasi di vita iniziali del Sistema solare hanno deformato la Luna, modellandola a mo’ di limone. I risultati dello studio, pubblicato su Nature, potrebbero aiutare gli astrofisici a risolvere misteri di lunga data legati alla topografia lunare, come, per esempio, il motivo per cui la faccia vicina del nostro satellite sia costellata di depositi vulcanici, a differenza di quanto avviene sul lato nascosto. “Affrontare e risolvere il problema della forma della Luna”, spiega Garrick-Bethell, “potrebbe aiutarci a capire l’origine di questa asimmetria”.
Secondo gli scienziati, la Luna si è formata circa quattro miliardi e mezzo di anni fa a causa dell’impatto del nostro pianeta con un altro corpo celeste. Allora, il satellite era estremamente caldo e quindi particolarmente suscettibile a essere modellato dalla forza di gravità della Terra. L’équipe di Garrick-Bethell ha esaminato proprio questo meccanismo, analizzando i dati topografici raccolti dal Lunar Reconnaissance Orbiter della Nasa e le informazioni provenienti dalla navicella Grail (Gravity Recorder And Interior Laboratory). Sebbene i ricercatori avessero a disposizione una visione globale del satellite, racconta Space.com, hanno preferito concentrarsi sulle aree che non comprendevano crateri troppo estesi, che avrebbero potuto complicare l’analisi dati.
Lo studio ha mostrato che le forze di marea hanno tirato in più punti la crosta lunare, creando dei rigonfiamenti caldi. Il processo, inoltre, ha assottigliato la crosta in prossimità dei poli e l’ha ispessita nelle regioni allineate con la Terra, il che ha contribuito a dare alla Luna, per l’appunto, la forma di un limone, con due piccoli rigonfiamenti, uno sul lato rivolto verso il nostro pianeta e l’altro sul lato opposto. A una deformazione del genere, secondo gli scienziati, hanno contribuito anche forze di marea secondarie (“un po’ come se il limone fosse stato strizzato”, spiega Garrick-Bethell) e forze di rotazione, che provocano appiattimento ai poli e ispessimento all’equatore (lo stesso fenomeno che dà alla Terra la forma di un geoide). Quando la Luna si è raffreddata, i cambiamenti operati da questi processi si sono interrotti e il nostro satellite si è congelato nella conformazione attuale.
Garrick-Bethell sostiene che i risultati dello studio potrebbero aiutare i ricercatori a ricostruire la storia evolutiva di pianeti lontani: “Le forze di marea sono praticamente ubique. Le ritroviamo ovunque nella nostra galassia”, conclude. “È per questo motivo che è così importante comprendere appieno processi di questo tipo”.
Via: Wired.it
Riferimenti: Nature doi:10.1038/nature13639
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