Per i paesi in via di sviluppo una nuova speranza nella lotta al tumore della cervice uterina potrebbe arrivare da una sostanza piuttosto comune: l’aceto. Uno studio del Tata Memorial Hospital di Mumbai dimostra infatti come campagne di screening biennali effettuate con un test definito “ispezione visiva con acido acetico” (Via), più economico dei pap test e Hpv Dna test diffusi nei paesi industrializzati, potrebbero prevenire circa 22.000 morti ogni anno nella sola India, e quasi 73.000 se applicate a livello planetario. I risultati sono stati presentati durante il quarantanovesimo meeting annuale dell’Asco (American Society of Clinical Oncology) di Chicago.
Nei paesi industrializzati, la diffusione degli screening con pap test ha permesso di ridurre dell’80% l’incidenza dei carcinomi della cervice uterina. In Italia ad esempio, queste neoplasie rappresentano oggi solo l’1,6% di tutti i tumori diagnosticati tra le donne e lo 0,6% dei decessi (i dati sono riferiti al periodo 1998-2002). In molti paesi in via di sviluppo invece, questi tumori continuano a rappresentare la principale causa di morte per cancro tra le donne.
In queste nazioni infatti le scarse condizioni igieniche espongono facilmente all’infezione da Papilloma virus (agente virale che predispone allo sviluppo del carcinoma della cervice uterina), e le donne hanno in media un alto numero di gravidanze, altro fattore di rischio accertato per questa patologia. Inoltre, la mancanza delle necessarie risorse economiche impedisce la diffusione in questi paesi di campagne di prevenzione con pap test su larga scala.
Lo studio del Tata Memorial Hospital ha avuto inizia intorno al 1996, anno in cui l’Indian Council of Medical Research, organismo responsabile di pianificare la ricerca medica in India, stimò che il paese non aveva risorse sufficienti per estendere le campagne di screening tradizionali su tutto il territorio nazionale: anche moltiplicando di 12 volte il numero di centri attrezzati per effettuare il pap test infatti, non si sarebbe arrivati a coprire che il 25% della popolazione. I ricercatori di Mumbai decisero allora di verificare l’efficacia dell’ispezione visiva con acido acetico, anche detto test Via, un metodo che alcuni studi precedenti avevano suggerito come alternativa economica e rapida ai test tradizionali.
L’esame consiste infatti nell’applicare l’acido acetico sulla cervice uterina con un tampone, per poi analizzarla ad occhio nudo alla ricerca di macchie bianche, causate dall’interazione dell’acido con il tessuto precanceroso (cioè le lesioni che precedono lo sviluppo di un tumore vero e proprio). Nello studio, 75.360 donne tra i 35-64 anni senza una storia pregressa di tumori sono state sottoposte a screening biennali con il test Via, mentre altre 76.178 hanno fatto da gruppo di controllo, non ricevendo nessuna forma di controllo (lo standard in India).
A dieci anni dall’inizio dello studio, l’incidenza di carcinomi della cervice uterina tra i due gruppi è risultata la stessa, mentre tra le pazienti sottoposte allo screening biennale la mortalità è diminuita del del 31%. Nonostante sia meno accurato dei metodi oggi utilizzati nei paesi industrializzati, pap test e dell’Hpv Dna test, i ricercatori di Mumbai ritengono che il test Via abbia dimostrato di essere un’eccellente alternativa per le campagne di screening da effettuare nei paesi in via di sviluppo, per via della sua efficacia, il basso costo, la facilità di esecuzione e la velocità con cui permette di avere i risultati.
Riferimenti: Asco Meeting
Credits immagine: massdistraction/Flickr