L’eterna lotta ospite-parassita non si ferma neanche davanti all’ingegneria genetica. Sono ormai diffuse da anni in tutto il mondo coltivazioni geneticamente modificate per produrre la tossina “Bt”, in grado di uccidere alcune specie di insetti infestanti. Ma i ricercatori dell’Università dell’Arizona hanno ora osservato per la prima volta colonie di un insetto resistenti alla tossina.
Il “bollworm” (la forma larvale della specie Helicoverpa zea) è riuscito infatti a sviluppare la resistenza alla tossina e a infestare le coltivazioni Bt. Le popolazioni resistenti sono state trovate fra il 2003 e il 2006 in numerose coltivazioni di cotone del Mississippi e dell’Arkansas. Come gli autori riportano su Nature Biotechnology, le coltivazioni di cotone e mais geneticamente modificate si sono diffuse nel mondo a partire dal 1996 fino a ricoprire un totale di 162 milioni di ettari (il 35 per cento di tutte le coltivazioni mondiali) dalla Cina agli Stati Uniti, dalla Spagna all’Australia.
“Quando si usa un insetticida”, spiega Bruce Tabashnik, a capo del Dipartimento di Entomologia dell’Università dell’Arizona, “qualche insetto può occasionalmente sviluppare la resistenza”. Solitamente, per rallentare la diffusione della resistenza, coltivazioni non-Bt vengono piantate vicino a quelle che producono la tossina, in modo da creare dei “rifugi” in cui possano crescere gli individui non resistenti che, incrociandosi con i resistenti, producono solitamente prole ibrida non resistente. Nel bollworm, invece, è stato osservato che l’incrocio fra un individuo resistente e uno sensibile dà luogo a prole resistente. “Il fenomeno è stato comunque osservato solo in alcune colonie dell’insetto e in una sola zona degli Stati Uniti, quindi è presto per parlare della minaccia di una rapida diffusione globale del parassita resistente”, conclude Tabashnik. (s.s.)