L’Islam a stelle e strisce

Sullo schermo del computer appare un ricamo, o forse un disegno astratto. In realtà è una scritta in caratteri arabi “bismi Allah ar -rahamani ar-rahimi”, (“nel nome di Allah il Clemente e il Misericordioso”). Poco sotto una scritta in inglese avverte “Le vie verso Dio sono numerose come i respiri del genere umano”. Quando si inizia a navigare in Internet è sempre difficile prevedere in che porti finirà il viaggio. Questa volta, l’impressione è quella di essere approdati in una spiaggia dove regna la quiete. In realtà siamo solo in una delle decine di pagine dedicate all’Islam, e in particolare in una delle moltissime che riguardano una sua corrente mistica, il Sufismo.

Per rassicurare ulteriormente il navigante appare il viso sorridente di un uomo con una lunghissima barba bianca e un candido turbante, Shaykh Muhammad Hisham Kabbani, vice presidente di due associazioni musulmane che hanno diramazioni in tutto il mondo: la “As-Sunnah Foundation” e la “American Muslim Assistance”. Esplorando i link di questo sito si trovano molte altre pagine in cui vengono pubblicizzati libri, si dà notizia di iniziative di organizzazioni religiose, si forniscono altri indirizzi web. Ciò che contraddistingue tutti questi siti è l’estrema cura con cui sono confezionati. Quella che ci arriva dalla rete è l’immagine di un Islam tollerante e perfettamente in possesso della tecnologia moderna. Un Islam che esce con decisione da quella gabbia di oscurantismo medievale, fatto di orrori perpetrati dagli estremismi e di diritti umani violati, in cui lo ha recluso un Occidente alla ricerca di stereotipi.

Ma c’è ancora una sorpresa: quasi tutti questi siti vengono diffusi da un paese considerato ostile all’Islam: gli Stati Uniti. Queste pagine web sono lo specchio di una nuova realtà che sta emergendo nella società americana: la presenza di una comunità musulmana sempre più numerosa. E, soprattutto, composta non solo da immigrati provenienti da paesi islamici e dai loro figli, ma da un numero crescente di occidentali convertiti.

Il fenomeno sta conoscendo un’espansione così rapida che è impossibile tenere i conti, e nessuno sa esattamente quanti siano i musulmani negli Usa. Una associazione di studenti musulmani valuta che il loro numero si aggiri intorno ai 5 milioni, di cui la metà costituita da immigrati da paesi islamici, un milione da figli di immigrati e due milioni da americani convertiti. Si tratta probabilmente di una sottostima. Secondo altre statistiche, su 250 milioni di americani ci sarebbero già 8-9 milioni di musulmani, e l’incremento delle conversioni nel 1996 sarebbe stato del 20%.

Nonostante i dubbi che circondano queste cifre, tutti sono d’accordo nel ritenere che oggi negli Stati Uniti ci siano musulmani nella comunità bianca, in quella nera, tra i cinesi e tra gli ebrei, e che al volgere del millennio i cittadini statunitensi di religione islamica saranno più numerosi degli appartenenti alla comunità di religione ebraica, notoriamente folta. Sul numero di moschee esiste la stessa incertezza: se ne contano almeno 600, ma ne sorgono sempre di nuove. Le scuole islamiche sono almeno 192, e 55 gli istituti di assistenza, oltre a vari istituti finanziari. Anche la Casa Bianca ha preso atto del fenomeno, e ha cominciato a considerare i musulmani come un gruppo rilevante all’interno del paese. Nell’aprile scorso, la first lady Hillary Clinton ha dichiarato che l’Islam è attualmente la religione a crescita più rapida negli Usa.

Il fenomeno delle adesioni all’Islam fra gli americani ha cominciato a manifestarsi negli anni ‘70, si è accresciuto negli anni ‘80 e ha continuato ad aumentare nel corso degli anni ‘90. Ma la storia dell’Islam negli Stati Uniti ha radici lontane. Gli storici ritengono che, fino alla metà dell’800, un decimo degli schiavi neri portati dall’Africa in America appartenesse a questa religione. Anche se nel tempo gli schiavi furono costretti ad abbandonare la loro religione, l’Islam esercita tuttora un grande fascino sulla popolazione nera, che annovera la gran parte dei convertiti.

Al giorno d’oggi la diffusione dell’Islam negli Stati Uniti è un fenomeno sostanzialmente spontaneo, privo di organizzazione centrale. Si tratta in genere di gruppi indipendenti che hanno più o meno successo. Alcuni di essi praticano la religione in forma molto rigorosa, altri sono più moderati e si concentrano soprattutto sulla diffusione della spiritualità islamica, lasciando l’applicazione dei precetti pratici alla responsabilità individuale. Queste diverse impostazioni fanno sì che, nonostante gli obiettivi comuni, fra i vari gruppi a volte sorgano contrasti, anche vivaci. Spesso le organizzazioni mantengono dei contatti con i paesi di tradizione musulmana, e sono sempre più frequenti le visite di religiosi che vengono negli Usa ad insegnare l’Islam dopo aver studiato in Egitto, Arabia Saudita e nel subcontinente indiano. L’impatto del fenomeno sulla società statunitense si riflette anche nei mass media. Sono sempre più numerosi i programmi televisivi e le iniziative volte a far conoscere la religione di Maometto a tutto il paese.

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