Silvano Fuso
Pinocchio e la scienza. Come difendersi da false credenze e bufale scientifiche
Edizioni Dedalo 2006, pp. 377, euro 15,00
Silvano Fuso e Irene Torre
Strategie dell’occulto. Come far apparire vere cose palesemente false
Armando Editore 2007, pp. 128, euro 12,00
Due libri che si complementano, scritti con grande lucidità, il primo con prefazione di Tullio Regge. Due libri che fanno giustizia di tutto ciò che è pseudoscienza, magia, superstizione, miracolismo, menzogna ammantata di mistero, tutto ciò insomma che è parto delle distorsioni mentali di una considerevole parte del genere umano. Il lettore maturo, dotato di una giusta dose di raziocinio, troverà le tesi di Fuso e Torre tutte ovvie e scontate, tanto da chiedersi a ogni passo: “Ma ha senso tanto impegno intellettuale per dimostrare che gli asini non volano?”. Gli scienziati (salvo poche eccezioni) in genere rispondono negativamente: Piero Angela ha sempre lamentato che i fisici collaborino troppo poco a smentire coi fatti la valanga di falsità che, nel secolo della scienza e della tecnologia, ancora guida l’uomo nelle sue azioni. I due autori, rispettivamente chimico e architetto, entrambi insegnanti, ritengono invece di sì, con l’avvertenza che si rivolgono a chi vuole capire, non a chi vuole credere.
I due libri non sono scritti, ovviamente, per le persone che trovano ovvia l’impossibilità dell’inverosimile, ma per quelle che invece vi restano irretite. Quelle che, temo, non leggono e, se lo fanno, difficilmente restano scalfite dai ragionamenti alla Fuso/Torre. Questi libri, tuttavia, possono rendersi utili a tutti coloro che almeno si pongono dei dubbi. Hanno vari meriti: primo, parlare ai giovani in via di formazione, insegnando loro a separare realtà e mito, e a cercare la verifica di ogni affermazione; secondo, fornire delle casistiche che ci ricordano quanto è grave ed esteso il fenomeno delle false credenze; terzo, passare in rassegna dettagliatamente la multiforme gamma degli eventi che compongono la sfera dell’assurdo, talvolta arrivando a sorprenderci; quarto, capire la natura dell’essere umano, analizzando i processi psicologici che nutrono la fede nell’inverosimile, l’attrazione verso il magico, l’esigenza del soprannaturale.
Vediamo dei numeri, come compaiono nel secondo dei due libri. Gli operatori dell’occulto in Italia sarebbero 21.000, e a essi si rivolgono ben 11 milioni di individui (stupirà scoprire che il 15 per cento di questi ultimi possiede un diploma o una laurea). 14 milioni italiani – non necessariamente includenti quelli sopra citati – utilizza in modo sistematico cure mediche alternative, con 12.000 medici a disposizione. All’omeopatia danno fiducia, di nuovo, 11 milioni di italiani, per lo più di ceto medio-alto (sic!), e i “medicamenti” alternativi venduti in un anno nelle farmacie sono 550.000 (ma perché chi li vende non è perseguibile per truffa?). Apprendiamo che in altri paesi, anche progrediti, la situazione non è molto diversa da quella italiana, a cominciare dagli Usa, dove il 21 per cento delle persone campionate crede alle streghe. Mal comune, mezzo gaudio.
Constatato che nessuno ha mai dimostrato l’esistenza di fenomeni occultistici o l’efficacia delle medicine alternative, Fuso e Torre si chiedono: perché la gente crede in tante falsità? Quali sono le strategie che possono far apparire credibili cose totalmente prive di fondamento?
“Strategie dell’occulto” risponde a queste domande. Nella parte finale, gli autori arditamente s’avventurano sul terreno della fede religiosa, argomento in Italia assai periglioso. A parte il rifiuto degli eventi miracolosi, mai dimostrati, Fuso e Torre chiariscono in modo pacato perché scienza e religione risultino incompatibili. Citando una frase dello scienziato Peter W. Atkins dell’Università di Oxford: “Uno può naturalmente essere uno scienziato e avere credenze religiose. Ma io non penso che allora egli possa essere uno scienziato nel senso più profondo della parola, poiché le credenze religiose sono categorie del tutto estranee alla conoscenza”, gli autori stigmatizzano ogni sconfinamento reciproco tra scienza e metafisica. Delude allora apprendere che, secondo una statistica, la percentuale degli scienziati credenti nell’Accademia Nazionale delle Scienze in Usa è del 7 per cento (pochi però i biologi e i fisici), ma si tratta di un paese, si sa, più bigotto della media. Gli autori precisano: “I grandi scienziati nella loro ricerca di verità hanno spesso un atteggiamento non dissimile da quello del mistico e, sicuramente, anch’essi fanno ampio uso dell’intuito e dell’istinto. Tuttavia, ciò che differenzia lo scienziato dal mistico è che quest’ultimo si accontenta delle proprie intuizioni o illuminazioni. Il primo invece […] le sottopone a controlli severi di tipo empirico e logico. Se […] non superano tali controlli, un vero scienziato deve avere il coraggio di ‘gettarle alle ortiche’”.
“Pinocchio e la scienza” si autoillustra con il sottotitolo “come difendersi da false credenze e bufale scientifiche”. Problema sempre di grande attualità, viste le trasmissioni-spazzatura che continuano a imperversare sugli schermi televisivi, una per tutte Voyager su RAI2. Mi limito a richiamare gli argomenti principali per dare al lettore un’idea di quanto oceanico sia questo settore e quanto presente nell’attualità quotidiana. Scherzi della mente (come esperienze scambiate per extraensoriali), paranormale classico (tipo rabdomanzia, lettura del pensiero) e paranormale religioso (sindone, statue piangenti), creature, oggetti, luoghi e visitatori misteriosi (tipo cerchi nel grano, alieni, fantasmi), fantarcheologia, leggende e complotti (in questa categoria: il creazionismo), medicine alternative, grandi paure occulte, grandi paure tecnologiche (nucleare ed elettrosmog), mode (ad esempio mito del naturale, della saggezza antica, New Age).
Insomma, leggere per rendersi conto di come l’uomo del Duemila viva ancora largamente con la testa nel Medioevo più profondo. O forse sarebbe più corretto dire con le viscere al posto del cervello. Ma temo che questa sia e permanga la realtà di sempre.