Così come le tartarughe e i bradipi, anche le lumache sono animali da record. Almeno per quanto riguarda la lentezza. Basta andare in un angolo di verde, magari subito dopo un’acquazzone, per vederle passeggiare in tutta la loro serenità. Ma anche in un bosco, sul marciapiede, in un fiume o nell’acqua salata del mare. Le lumache, con circa 24mila specie diverse, sono praticamente ovunque, e ciò che le accomuna tutte è che non vanno mai di fretta. Ma perché sono così lente?
Non è così semplice
“La risposta è più complessa di quanto si possa credere”, raccontano John Tooker, Daniel Bliss e Jared Adam, tre biologi della Penn State University e autori di un articolo pubblicato su The Conversation. Partiamo dal fatto che le lumache, per chi non lo ricordasse, fanno parte di vastissimo gruppo (il secondo phylum del regno animale per numero di specie) di animali noti come molluschi, che comprende anche vongole, ostriche, calamari e polpi. All’interno di questo gruppo, ce n’è uno più piccolo (in gergo tecnico la “classe”), quello dei gasteropodi, di cui fanno parte anche le lumache. Dato che vivono in luoghi così diversi, questi animali si sono evoluti per cibarsi di qualsiasi cosa: alcune specie sono erbivore, altre si nutrono di detriti e altre ancora carnivore. Da qui, quindi, arriviamo al perché le lumache non corrono: la loro lentezza, infatti, può essere attribuita ad almeno tre fattori, ossia come si muovono, cosa mangiano e da chi sono mangiate.
I fattori determinanti
Per prima cosa, quindi, la locomozione. Mentre alcuni animali volano, saltano o strisciano, le lumache si spostano usando quello che i biologi chiamano “piede ventrale”, ossia una fascia muscolare situata, appunto, lungo la parte inferiore del loro corpo, ricoperta di muco appiccicoso. Quando viene contratto, questo muscolo si increspa, inviando minuscole onde di contrazione dalla parte terminale del corpo alla testa (dall’indietro in avanti e mai il contrario). Queste onde sono responsabili della produzione di un liquido scivoloso, che comunemente chiamiamo “bava”, che permette alla lumaca di annullare l’attrito e scivolare sul terreno. Un modo unico di muoversi che, tuttavia, costringe le lumache ad andare lentamente: la loro velocità, infatti, è limitata dal numero di contrazioni del piede e dalla quantità di muco che possono produrre.
Il secondo fattore da cui dipende la lentezza è la predazione. Le lumache non hanno bisogno della velocità per cacciare e trovare cibo. A differenza di molti predatori, come il ghepardo, che devono correre per procurarsi un pasto, la maggior parte delle lumache mangia piante, materia in decomposizione o animali marini, come le spugne, che sono quindi fermi o al massimo si muovono molto poco. Ecco quindi perché non c’è alcuna fretta.
Infine, le lumache sono anche prede. Questi animali non devono essere veloci per difendersi dai predatori e hanno perfezionato altri modi per ingannare topi, uccelli e altri animali. Possono, infatti, ritirarsi nei loro gusci o conchiglie per nascondersi finché il predatore non demorde o essere ricoperte da un muco simile a quello usato per muoversi, ma talmente appiccicoso che può rendere particolarmente difficile la masticazione. Non solo: le lumache di terra, per esempio, hanno colorazioni sulle sfumature di grigio, marrone chiaro o marrone e si mimetizzano bene con l’ambiente circostante a tal punto che i predatori semplicemente non le notano. Al contrario, le lumache di mare sono spesso facili da vedere perché colorate. Ma questi colori così vivaci non sono altro che un segnale di pericolo per i predatori, un avvertimento della presenza di veleni dal sapore sgradevole.
Le lumache, per quanto piccole, contribuiscono notevolmente alla salute dell’ecosistema e vanno perciò trattate con rispetto. Nutrendosi di piante possono controllare quali vegetali crescono in una determinata area, mangiando materia in decomposizione aiutano a riciclare i nutrienti che le piante possono utilizzare. E, infine, sono ovviamente fonte di cibo per altri animali. Quindi la prossima volta che vedete una lumaca, consigliano gli autori, “fermatevi e ricordate la sua straordinaria biologia, il modo unico con cui si muove, e i molti modi in cui aiuta l’ambiente. E poi, lasciatela stare: anche questi piccoli animali aiutano a far funzionare il nostro mondo”.
Via: Wired.it
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