Nel 1998 Salvatore Fruguglietti, giovane ingegnere civile, approda quasi per caso a Le Nuvole, associazione che gestisce in partnership con Fondazione IDIS le visite guidate nel Science Centre, le animazioni del robottino-mascotte BIT e gli eventi culturali e di TeatroScienza. Da allora si è occupato di divulgazione scientifica, e dal 2005 è direttore dei progetti scientifici CO_scienze. Il 4 marzo Salvatore lascia il suo ufficio a Città della Scienza alle 19:40. Alle 22.17 riceve una telefonata: il Science Centre sta bruciando.
Cosa è bruciato la sera del 4 marzo?
Il rogo ha bruciato molte delle strutture del 1853, il tecnonastro, gli exhibit, i nostri libri e vent’anni di progetti. Ma non ha bruciato quella “risorsa infinita” di idee, saperi e sogni delle persone che lavorano a Città della Scienza, che l’hanno immaginata e fatta vivere, e che la ricostruiranno.
Quanto è importante quindi ricostruire Città della Scienza nello stesso luogo?
Città della Scienza va ricostruita perché dietro a un gesto vigliacco e violento non si deve arretrare. Inoltre, abbiamo il dovere di volerla dov’era prima e meglio di prima, per dare una risposta costruttiva all’affetto che il mondo intero ci ha dimostrato.
Cosa pensi delle parole di Bruno Arpaia: “Il rogo sta durando da troppi anni”, in riferimento alle polemiche sulla crisi finanziaria di Città della Scienza?
Mi preme sottolineare che si tratta di una crisi finanziaria e non economica. La crisi riguarda la circolazione del denaro ma non ha mai toccato il tessuto produttivo di beni materiali e immateriali di Città della Scienza. La colpa è delle istituzioni pubbliche, che non hanno riconosciuto i pagamenti di molte commesse. Il mancato pagamento degli stipendi è una conseguenza della crisi finanziaria, non della volontà di chi gestisce la struttura.
Ed è doveroso ricordare il senso di appartenenza dei dipendenti che hanno fatto grandi sacrifici pur di dare continuità a un lavoro che per molti è anche un progetto culturale e di vita.
Sulla reazione di Napoli sei ottimista o pessimista?
Sono assolutamente ottimista. Se abbiamo costruito uno dei primi Science Centre al mondo sarà più semplice farlo con l’esperienza maturata finora; un’avventura che stiamo già vivendo.