Un magnete potrebbe rimpiazzare i dischi rigidi dei computer, memorizzando grandi quantità di dati e informazioni. Lo hanno realizzato alcuni ricercatori delle università americane dell’Ohio e dello Utah. Si tratta di un magnete sensibile alla luce blu ottenuto da un miscuglio di atomi di manganese e di piccole molecole organiche. Irradiando il materiale con della luce blu la forma delle molecole organiche cambia e variano quindi anche le sue proprietà. Dall’assorbimento della radiazione elettromagnetica si ottiene un sistema magneto-ottico in cui si formano dei domini magnetizzati: le linee di flusso del campo magnetico puntano o verso l’alto o verso il basso. Questa peculiarità permette ai campi magnetici di immagazzinare i dati binari – ovvero le serie di zeri e uno – che contengono le informazioni digitali. Questi dispositivi funzionano a temperature piuttosto basse, attorno al punto di liquefazione del nitrogeno (196°C sotto lo zero), un refrigerante relativamente economico da realizzare e perciò molto usato in campo sperimentale. La periferica può essere “spenta” sia utilizzando luce verde sia riscaldandola fino a una temperatura di -23°C. Infine gli stessi ricercatori stanno già progettando un nuovo dispositivo in cui si possano alternare campi magnetici “deboli” e “forti” mediante l’uso combinato del laser: ciò permetterebbe l’immagazzinamento di dati ad alta densità. (f.t.)