In Italia, così come in tutta Europa, siamo nel bel mezzo di un’ondata di caldo rovente. Temperature da record, con picchi di oltre 40 gradi. Tanto che il Sistema nazionale di allerta del Ministero della Salute sta segnalando situazioni di emergenza in ben 16 città italiane. La colpa, non serve ripeterlo, è del riscaldamento globale. E per zittire i più scettici, questa volta possiamo provare a spiegare esattamente in che modo: come racconta il climatologo Michael Mann, della Penn State University, gli effetti del Global Warming modificano le correnti a getto, i flussi d’aria ad alta velocità che scorrono nelle parti alte dell’atmosfera terrestre. E il risultato è l’ondata di calore di intensità e durata anomale che sta colpendo l’Europa in questi giorni.
Ondate di calore
Questi fenomeno, d’altronde, si stanno facendo sempre più frequenti. Secondo alcune stime, infatti, le cinque estati europee da 500 anni a questa parte si sono tutte verificate negli ultimi 15 anni (esclusa questa estate).
Le correnti a getto
Come mai? La risposta, come anticipato, ce la forniscono i ricercatori della Penn State University, che in uno studio pubblicato lo scorso anno hanno dimostrato che gli eventi meteorologici estremi come siccità, ondate di calore, incendi e inondazioni potrebbero aumentare da qui al 2100 del 50% a causa del rallentamento delle correnti a getto, l’insieme di venti che soffiano velocemente ad alta quota (a circa 11km dalla superficie terrestre). In un’ intervista rilasciata al National Geographic l’autore della ricerca Michael Mann conferma che il rallentamento delle correnti a getto è all’origine anche dell’ondata di calore in corso in questi giorni. “I miei colleghi del Potsdam Institute for Climate Impact Research hanno verificato che è proprio ciò che sta accadendo in questo momento in Europa”, ha spiegato Mann al National Geographic.
Queste correnti, continua Mann, si originano dalla differenza di temperatura tra le masse d’aria gelide dell’Artico e quelle calde dei tropici. Tuttavia, negli ultimi anni lo scioglimento dei ghiacci nell’Artico accelerando l’aumento delle temperature delle regioni settentrionali del nostro continente, facendo diminuire la differenza di temperatura tra le masse d’aria fredda provenienti dal Nord e quelle calde che arrivano dai tropici. Un fenomeno che, a sua volta, causa il rallentamento della corrente a getto, provocando eventi meteo estremi come le ondate di calore, che si fanno più frequenti, e di durata maggiore. “Come un fiume che si muove lentamente”, commenta l’esperto, “anche le correnti a getto più lente possono formare meandri, bloccandosi durante l’estate, a volte anche per settimane”.
Il caldo visto dallo Spazio
A testimoniare il caldo rovente che sta investendo in questi giorni tutta la nostra penisola è anche il satellite Sentinel-3, del programma Copernicus della Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa), in grado di misurare, grazie allo strumento Slstr (Sea and Land Surface Temperature Radiometer) l’energia irradiata dalla superficie terrestre. Ed ecco la fotografia che ci ha appena inviato, appena diffusa sul sito dell’Esa.