Per vedere Venere danzare davanti al Sole nel 1769 l’esploratore James Cook arrivò fino a Tahiti. Era un’occasione rara, rarissima, e non avrebbe certo voluto perdersela. Lo stesso motivo che potrebbe costringervi a una levataccia la mattina del 6 giugno, per osservare quel puntino nero attraversare la nostra stella dal vivo. Infatti, il prossimo transito di Venere sul Sole avverrà solo nel 2117, così che quella di mercoledì potrebbe davvero essere l’unica occasione per assistere allo spettacolo.
Ma esclusività dell’evento a parte, ci sono anche altri motivi per non perdersi l’occasione. Da un punto di vista scientifico, infatti, il passaggio di Venere davanti al Sole sarà l’opportunità per gli astronomi di affinare le tecniche nella continua caccia agli esopianeti, come spiega Giuseppe Piccioni dell’Inaf-Iaps di Roma: “La tecnica dell’osservazione del transito permette non solo di individuare nuovi pianeti extrasolari, ma anche di studiarne la composizione. Ecco allora che poter assistere al transito di Venere ci permette di verificare questa tecnica da vicino, all’interno del nostro Sistema solare, offrendoci così l’opportunità di un test straordinario”.
Se infatti la scoperta degli esopianeti avviene osservando il passaggio davanti alla loro stella, l’individuazione di quelli più simili alla Terra richiede anche l’analisi della loro atmosfera. Così, settando le condizioni di partenza su Venere – di cui è nota la composizione atmosferica – gli astronomi avranno l’opportunità di capire quanto il transito di un pianeta davanti alla propria stella permetta di risalire alla natura della sua atmosfera. Magari utilizzando come specchio la Luna, come farà il telescopio spaziale Hubble, o in modo analogo al team di Paolo Molaro dell’Inaf – Osservatorio Astronomico di Trieste, che grazie ad Harps, lo spettrometro del telescopio dell’Eso (European Southern Observatory) in Cile, misurerà gli effetti del passaggio di Venere sulla nostra stella.
Le occasioni però non si limitano agli esperti. Anche gli astronomi amatoriali avranno a disposizione per l’evento il loro strumento scientifico. Si chiama VenusTransit, è un’app disponibile sia per piattaforme iOs sia per Android sviluppata da Astronomers Without Borders insieme all’insegnante olandese Steven van Roode, che altro non è che la versione aggiornata dei vecchi esperimenti per misurare la distanza Terra-Sole. In passato, infatti i transiti di Venere davanti alla nostra stella servivano agli astronomi per prendere le misure del Sistema Solare. Con Venus Transit sarà possibile ripetere gli esperimenti, misurando i tempi di ingresso e di uscita dell’ombra del pianeta sulla nostra stella. I dati raccolti da ogni utente, combinati con quelli di geolocalizzazione dello smartophone, verranno poi inviati a un server centrale ed elaborati, per poi essere pubblicati in una mappa sul sito di Astronomers Without Borders, come spiega Scientific American.
Per chi volesse invece godersi lo spettacolo dal vivo, senza perdersi in calcoli astronomici, le occasioni per osservare l’evento non mancano. In Italia il fenomeno – che in tutto durerà circa sette ore nella notte tra il 5 e 6 giugno – sarà visibile solo nella porzione finale e solo fino alle 6:55 della mattina di mercoledì 6 giugno, con durata variabile a seconda del sorgere del Sole nelle diverse città.
Per osservarlo sarà sufficiente munirsi di opportuni vetri di protezione, o aderire a una delle numerose iniziative previste sul territorio nazionale. L’Osservatorio Astronomico di Padova per l’occasione organizza “Colazione con Venere”, prenotabile da oggi e fino a esaurimento posti, mentre l’Inaf promuove eventi a Bologna, Palermo e Catania. Per chi invece non volesse rinunciare all’intero spettacolo, gli astronomi del progetto europeo Gloria offrono la diretta streaming dell’evento grazie ai telescopi solari posizionati in Australia, Giappone e Norvegia, diffusa anche dal sito Media Inaf, partner del progetto e dal sito La notte di venere, a partire dalla mezzanotte del 5 giugno.
via wired.it
Crediti immagine Esa