Secondo le statistiche prodotte dalla Croce Rossa e dall’Onu in collaborazione col Dipartimento di Stato americano, circa 100 milioni di mine giacciono ancora sottoterra in tutto il mondo e ogni anno uccidono o feriscono 26 mila persone. All’Istituto di Tecnologia della Georgia gli scienziati pensano che se le mine restano nascoste alla vista non possono però sfuggire al suono. Un team di ricerca dell’istituto americano ha così cominciato a sviluppare un nuovo sistema per scoprire gli ordigni ancora sotterrati, basato sulle onde sonore. Il metodo prevede l’utilizzo di strumenti che scuotendo il terreno producono onde sonore scovando così le mine, anche quelle non rilevate dai dispositivi tradizionali come il radar e il metal-detector. “I sistemi che usano il radar per penetrare il terreno falliscono perché non sono in grado di vedere la differenza tra una mina e un sasso, una radice, una lattina o un bastone ”, spiega Waymond Scott, professore associato dell’istituto. “I metal detector rilevano tanto una mina quanto un qualsiasi barattolo o rottame di metallo. Di conseguenza, le percentuali dei falsi allarme sono molto elevate”. La tecnica delle onde sonore invece funzionerebbe perché le mine, a causa delle cavità d’aria che contengono, degli involucri flessibili e dei meccanismi di innesco a impulso, rimandano i suoni in maniera diversa dagli altri oggetti sotterrati. Per il momento i ricercatori hanno testato il nuovo sistema in laboratorio, ma il prossimo passo sarà quello di spostare gli esperimenti sul terreno. (m.be.)