In alcune occasioni può metterci davvero in difficoltà. Come far passare il singhiozzo? Si tratta, infatti, di un gesto involontario, che arriva all’improvviso e che viene spesso accompagnato dal caratteristico hic, un suono ritmico e continuato. Ma come si fa a far passare il singhiozzo? E, sebbene le sue cause non siano del tutto comprese, è possibile prevenirlo?
Le cause del singhiozzo
Il singhiozzo si manifesta con la contrazione ripetuta e involontaria del diaframma, il muscolo che controlla la respirazione e che si trova tra l’addome e il torace, seguita dalla chiusura della glottide, la valvola che impedisce al cibo di passare nella trachea e nei bronchi. In particolare, si tratta di un fenomeno fisiologico dovuto all’irritazione del nervo frenico, che si trova appunto nel diaframma. A determinarlo possono esserci diverse situazioni, come stress, eccessiva e rapida ingestione di cibo o di bevande alcoliche e gassate, sbalzi di temperatura repentini e, nel caso dei bambini, il pianto con ingestione di aria.
Metodi per far passare il singhiozzo
Sebbene non ci siano evidenze dirette di come far passare il singhiozzo, alcuni rimedi possono darci giovamento, come ad esempio il consumo di un cucchiaino di zucchero, aceto o limone, oppure prendere un bel respiro per poi trattenere il fiato per 10-25 secondi e favorire così il rilassamento del diaframma. Se il fenomeno si manifesta per un tempo prolungato (per 48 ore o più), senza mostrare miglioramenti, l’Istituto superiore di sanità (Iss) consiglia di recarsi dal proprio medico per sottoporsi ad accertamenti che verifichino la presenza di alcune patologie come la pericardite, il reflusso gastro-esofageo, e la gastrite. “Nel caso sia necessaria una cura farmacologica”, spiegano gli esperti, “(il medico, ndr) potrebbe prescrivere farmaci anti spasmo per favorire il rilassamento della muscolatura”.
Rimedi per neonati e bambini
Presente nella pancia della mamma, già dal terzo mese di vita fetale, il singhiozzo può essere calmato nei bambini con un un cucchiaino d’acqua o, nel caso di un neonato, attaccandolo al seno. “Attraverso la deglutizione si favorisce il rilassamento del muscolo diaframma e non ci sono effetti collaterali”, spiegano dall’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Esistono altre strategie come battere sulle spalle, fare il solletico, far starnutire, far trattenere ai bambini (i più grandi) il respiro per 15 secondi, provocare uno spavento. Tuttavia, precisano gli esperti, “nessuno di questi rimedi si è dimostrato veramente efficace”. Per prevenirlo, invece, è bene evitare nel caso di un neonato poppate che durino troppo a lungo o buchi troppo grandi del biberon, mentre per i bambini più grandi mangiare di fretta, ingoiando pezzi di cibo troppo grandi. Come negli adulti, anche per i più piccoli il singhiozzo che dura oltre le 24-48 ore potrebbe essere la spia di alcune malattie come il reflusso gastroesofageo, le pericarditi, le gastriti, le lesioni neurologiche cerebrali o del nervo frenico. “Nei casi rari più gravi di singhiozzo del neonato o del bambino, in relazione alla diagnosi, il pediatra potrà prescrivere farmaci specifici”, ricordano gli esperti.
Via: Wired.it
Foto: Darko Djurin da Pixabay