Ha 55 anni o più, è indipendente e dotato di una buona esperienza nel campo degli investimenti di denaro: questo è l’identikit della vittima-tipo delle frodi finanziarie ai danni di persone anziane. Un fenomeno, questo, che dal 2008 al 2010 è aumentato del 12%, per un giro di affari di 2.2 miliardi di euro. Ma perché le persone anziane sono più vulnerabili a truffe di questo tipo? La causa potrebbe essere l’invecchiamento del cervello. Due studi effettuati presso l’Università della California di Los Angeles (Ucla) e pubblicati su Pnas suggeriscono, infatti, che le persone anziane siano meno abili nel riconoscere espressioni facciali tipicamente associate all’inganno e alle menzogne e questo sarebbe dovuto alla minore attivazione di una regione del cervello chiamata insula anteriore, responsabile appunto del riconoscimento delle emozioni esterne. La “maggiore fiducia” negli altri che ne deriva renderebbe i soggetti particolarmente vulnerabili ai raggiri.
I ricercatori sono giunti a questa conclusione tramite due studi in cui sono stati coinvolti soggetti di età diversa. Nel primo i partecipanti, 119 individui di età compresa tra 55 e 84 anni e 24 giovani di età media intorno ai 23 anni, dovevano classificare 30 fotografie di persone la cui l’espressione facciale era neutra, amichevole o ingannevole, in base al grado di fiducia che ispiravano. Sebbene la reazione dei due gruppi fosse simile per i visi considerati neutri o affidabili, per quelli inaffidabili le risposte erano notevolmente diverse: le persone anziane consideravano “amichevoli” anche immagini di individui la cui espressione trasmetteva sfiducia. “La maggior parte delle persone anziane risponde in questo modo”, spiega Shelley Taylor, uno degli autori della ricerca, “come se non riconoscesse le espressioni facciali ingannevoli evidenti nelle fotografie”.
Per capirne di più, i ricercatori hanno monitorato l’attività cerebrale di 21 soggetti giovani e 23 anziani mentre guardavano e classificavano le fotografie dei visi, usando una tecnica chiamata risonanza magnetica funzionale (fMRI). I risultati hanno dimostrato che mentre nei giovani adulti l’immagine di un viso inaffidabile induceva un’intensa attivazione dell’insula anteriore, l’area del cervello che elabora le emozioni percepite dall’esterno e permette di prendere decisioni, negli individui più anziani l’attivazione era molto minore.
“Questo non vuol dire che i giovani siano più bravi degli anziani a stabilire se una persona sia o meno affidabile”, afferma Taylor. “Significa invece che per le persone anziane le varie espressioni facciali risultano simili tra loro, per cui manca il segnale di allarme, ossia quella ‘sensazione che c’è qualcosa che non va’ che è alla base della nostra decisione di fidarsi o meno di qualcuno”.
Un atteggiamento del genere rende le persone anziane particolarmente vulnerabili a truffe e raggiri: “Data la minore capacità di riconoscere i segnali facciali tipici di una persona che mente”, conclude l’autrice, “il consiglio è di non fidarsi di persone sconosciute anche se particolarmente gentili senza aver prima chiesto consiglio a una persona che si conosce e di cui ci si fida”.
Riferimenti: Pnas doi:10.1073/pnas.1218518109
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