La speranza per una cura contro l’ictus è riposta in alcune molecole prodotte naturalmente dal nostro organismo. Si chiamano peptidi melanocortinici e sono in grado di riparare i danni cerebrali anche se somministrati a distanza di ore dall’evento traumatico. La scoperta è frutto di uno studio italiano pubblicato sulla rivista Endocrinology e guidato da Salvatore Guarini della sezione di farmacologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, insieme ai colleghi delle Università di Messina, Pavia e Uppsala, in Svezia. Le molecole individuate sono proteine molto corte che si comportano come neurormoni, importanti non solo a livello del sistema nervoso, ma anche nel controllo del peso corporeo e nell’abbronzatura. Alcuni studi in precedenza avevano dimostrato un ruolo protettivo dei peptidi melanocortinici sulle cellule nervose. Per questo i ricercatori italiani hanno pensato di studiarli come possibile trattamento anti-ictus. I risultati degli esperimenti sono stati molto incoraggianti. I ricercatori, dopo aver indotto un ictus nei roditori, hanno somministrato agli animali delle dosi di peptidi melanocortinici, anche a distanza di nove ore dall’evento. Le piccole proteine, legandosi ai recettori specifici dei neuroni del cervello, riducevano notevolmente l’infiammazione nella zona colpita, diminuivano la morte cellulare e le lesioni a carico dell’ippocampo. L’ictus è infatti un incidente nei vasi sanguigni che ossigenano il cervello. Quando i vasi si otturano o si rompono, anche solo temporaneamente, l’ossigeno non affluisce ai neuroni e questi ultimi possono andare incontro al “suicidio” cellulare, o morte programmata. Inoltre a questo danno ne segue un altro scatenato dallo stato infiammatorio nella zona interessata e dal rilascio da parte dei neuroni di molecole tossiche che finiscono per uccidere altre cellule vicine. Lo studio potrebbe ora aprire la via allo sviluppo di una cura per limitare i danni in seguito a un ictus cerebrale. (m.z.)