Novità in vista per la ricerca biomedica. In un articolo pubblicato online sul sito di preprint bioRxiv, George Church e colleghi dell’Università di Harvard hanno proposto un organismo modello alternativo al batterio Escherichia coli. Secondo i ricercatori, il nuovo possibile modello potrebbe essere Vibrio natriegens, un batterio che vive naturalmente in ambienti salati. Cambiare batterio, secondo gli autori, ridurrebbe moltissimo i tempi degli esperimenti perché la nuova specie possiede una crescita estremamente veloce, la più rapida che si conosca. E più velocemente si riproducono le cellule per divisione, prima si otterranno le colonie, e più rapidi saranno gli esperimenti.
Dalla sua scoperta, avvenuta ormai 131 anni fa, Escherichia coli è diventato un batterio fondamentale nella ricerca biomedica. È quel che si dice un sistema modello, cioè un organismo semplice che consente di esaminare e sperimentare le proprietà biologiche presenti in organismi più complessi; allo stesso tempo, è anche molto usato anche in biotecnologia per compiere studi di ingegneria genetica. Ciò che lo rende così adatto alla ricerca è sia la facilità con cui può essere coltivato in laboratorio, sia la sua sicurezza: dato che i ceppi di E. coli sono coltivati in laboratorio da decenni, hanno via via perso la capacità di danneggiare l’uomo.
“In genere usiamo E. coli come modello di studio perché conosciamo ogni aspetto di questo organismo, quindi lo maneggiamo alla perfezione”, ha puntualizzato Henry Lee, che ha collaborato con Church allo studio. C’è, tuttavia, anche un rovescio della medaglia, che potrebbe portare a preferire V. natriegens a E. Coli: Lee ha fatto notare, infatti, la mole di tempo che viene spesa nella ricerca solo per aspettare che le colture batteriche finiscano di crescere in provetta, spiegando che, mentre E. Coli si divide ogni 20 minuti, il nuovo modello impiega la metà del tempo. La comunità dei microbiologi guarda alla proposta di Lee e Church con interesse ma anche con una certa cautela: Harris Wang, biologo della Columbia University che usa E. coli per studi di biologia sintetica (il batterio può essere usato anche per produrre farmaci e altre sostanze) e di genomica, asserisce per esempio che sono necessarie altre ricerche per verificare la stabilità genetica del nuovo organismo, così come va monitorata la criticità del suo ambiente di crescita. Staremo a vedere.