Scoperto il segreto della velocità del pesce spada

Credtis: FWC Fish and Wildlife Research Institute/Flickr
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Protagonista di numerose leggende e racconti popolari, il pesce spada è considerato anche uno dei pesci più veloci al mondo, capace di raggiungere i 100 km all’ora. Il segreto della sua sorprendente velocità potrebbe dipendere da una ghiandola che produce un liquido lubrificante, situata alla base dell’appendice che forma la tipica spada, che lo aiuta a ridurre la resistenza dell’acqua durante i suoi spostamenti. Lo rivela uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Biology, guidato da John J. Videler, professore di biologia marina della Groningen University, in Olanda.

Il liquido lubrificante, attraverso i capillari, raggiungerebbe i pori, che poi lo distribuirebbero sulla testa del pesce. Secondo il team di ricercatori olandesi, questo liquido potrebbe produrre una superficie super idrorepellente e ridurre fino al 20% la resistenza dell’acqua, consentendo a questa specie di raggiungere velocità impressionanti.

L’ipotesi di questo sistema di lubrificazione nel pesce spada – confessa Videler – nasce dalla lettura di uno studio pubblicato sulla stessa rivista lo scorso anno. “I ricercatori erano sorpresi di scoprire che c’è un punto molto fragile proprio alla base della spada”, racconta Videler. Intrigato dalla lettura, il ricercatore ha quindi deciso di identificare questo punto vulnerabile. Per farlo ha quindi deciso di analizzare nuovamente alcune immagini di esemplari di pesce spada ottenute con la risonanza magnetica, che aveva ottenuto lui stesso oltre 20 anni prima mentre insegnava diving in Corsica.

E così che il biologo ha risolto l’enigma: “Ho visto questa ghiandola – ricorda Videler – era così grande che c’era pochissimo spazio per la struttura ossea e l’osso intorno era molto sottile”. Tuttavia, la sua funzione non era ancora chiara al momento. All’inizio, Videler e colleghi indagarono la possibilità di un legame con il sistema olfattivo del pesce, ma non trovarono conferme alla loro ipotesi. Curiosamente, la funzione della ghiandola si rivelò quando un ricercatore fece cadere per sbaglio una lampadina sulla pelle di un esemplare. “All’improvviso vide questa rete di vasi collegati alla ghiandola”, spiega Videler. Usando il microscopio elettronico a scansione, i ricercatori inoltre hanno così scoperto che la testa del pesce spada è ricoperta di piccoli pori collegati alla ghiandola dai capillari. “E poi abbiamo notato che riscaldando la ghiandola si poteva vedere il liquido lubrificante uscire da questi piccolissimi pori”, conclude il ricercatore.

Come ammette lo stesso Videler, testare questa ipotesi è estremamente difficile, poiché è impossibile tenere in cattività i pesci spada. Per questo, ha deciso di lanciare una sfida ai colleghi fisici, che con i loro modelli potrebbero simulare il funzionamento del lubrificante sulla testa del pesce e determinarne l’impatto sulla sua velocità di nuoto.

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