Basterà un clic per visitare i più importanti musei napoletani. È nato infatti il Re.mu.na, il nuovo sistema informatico (www.remuna.org) che mette in rete tutti le maggiori strutture culturali partenopee creando un unico enorme museo virtuale. L’iniziativa, proposta dal Comune di Napoli e finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è stata presentata giovedì 21 luglio scorso all’Archivio Storico di Napoli. Alla sua realizzazione hanno contribuito l’Istituto di cibernetica “E. Caianiello” (Icib) del Cnr di Pozzuoli, coinvolgendo 18 enti pubblici e privati. Il sistema propone un sistema di navigazione interattiva, facilitando l’accesso al patrimonio culturale, fornendo informazioni di servizio sulla storia dei musei e sugli eventi culturali organizzati. Ricomponendo idealmente in web l’antica rete di strutture culturali sviluppatasi in città a partire dal 1734, anno in cui salì al trono Carlo di Borbone. Viene infatti riunito virtualmente il “perduto disegno unitario dei beni culturali napoletani all’interno di un ambiente tecnologico in grado di far cooperare professionalità differenti e integrare contenuti culturali molteplici” abbracciando idealmente l’intero scenario culturale di Napoli, con tutta la sua storia alle spalle. Sarà possibile conoscere un’opera nel suo attuale luogo di conservazione o di collocazione, ma anche ricostruirne l’originario stato e il contesto di provenienza, in un gioco di rimandi reciproci tra i vari oggetti esposti, creando una rete di link che diventa il collante tra i vari istituti e musei. “Il progetto”, spiega Mario Mango Furnari dell’Istituto di cibernetica (Icib) del Cnr, “ha previsto un grande lavoro di inserimento dei dati, per integrare archivi eterogenei tra loro e censire in qualche modo tutto il patrimonio culturale partenopeo. Ragion per cui l’utente non solo potrà visitare la città, con le sue chiese e palazzi, ma avrà anche la possibilità di compiere a distanza ricerche sul patrimonio culturale attraverso una semplice interrogazione con chiavi di lettura di tipo cronologico, iconografico, geografico o basate sulla materia, la tipologia e la tecnica esecutiva dei manufatti”. Re.mu.na è più che altro un portale di portali. Rappresenta un sistema informatico-telematico di tipo distributivo, frutto dello sviluppo e dell’integrazione open source, coordinate e supportate da una rete tecnologica operativa, al quale si è giunti dopo un lungo e paziente lavoro di integrazione e collaborazione tra differenti professionalità e realtà culturali.Un primo passo verso la nascita di una banca dati dei beni culturali, e un incremento degli sforzi per rendere più visibile la ricchezza italiana dal punto di vista storico, artistico e letterario. Ma anche un indicativo e incoraggiante segnale del connubio tra discipline e dell’utilizzo intelligente dell’informatica in campo archivistico. Il sistema è infatti particolarmente innovativo anche dal punto di vista tecnologico. “Tutti gli enti coinvolti”, aggiunge Furnari, “sono racchiusi in una piattaforma informatica condivisa, pensata nella prospettiva del cosiddetto web semantico, che rende il sistema in grado di gestire autonomamente le informazioni in funzione del loro contenuto, creando ex-novo collegamenti e relazioni tra queste. Il sistema è stato sviluppato interamente dal gruppo Cnr con la tecnologia HDSL”. Il sistema permette di andare oltre l’ormai superata semplice catalogazione, in voga dagli anni Ottanta, intesa come fonte primaria di conoscenza per potenziare e velocizzare lo studio dei beni culturali. Si arriva infatti all’apertura di un’ulteriore linea di sperimentazione di forme e linguaggi alternativi, che promettono di rivoluzionare la presentazione dei contenuti culturali, e quindi di trasformare il concetto di pubblico in un’ottica tanto qualitativa che quantitativa. L’idea del “museo aperto” può diventare un veicolo di conoscenza, ma anche un canale di comunicazione, utilissimo soprattutto nel campo della didattica scolastica e universitaria, se si pensa a come un progetto del genere contribuisce ad azzerare le distanze. Il progetto verrà continuamente aggiornato e si spera possa essere in qualche modo esportato anche in altre realtà culturali italiane.