I ricercatori della Medical School dell’Università del Minnesota e del Medical Center di Minneapolis hanno identificato una sostanza responsabile delle prime perdite di memoria legate alla malattia di Alzheimer. La ricerca, pubblicata su Nature, illustra uno dei fenomeni molecolari più precoci che sono responsabili del neurodegenerazione cerebrale. Si tratta dell’ammasso nel cervello di peptidi beta amiloidi, sostanze che si accumulano intorno alle cellule e danneggiano la memoria ben prima della comparsa delle placche, normalmente associate al disturbo. Per questo le persone con un alta propensione allo sviluppo del morbo di Alzheimer mostrano dei primi problemi di memoria e alcune anomalie cerebrali molti anni prima dell’inizio dei sintomi clinici più gravi. Lo studio, realizzato dal gruppo di ricerca di Karen Ashe, ha utilizzato alcuni topi, modificati geneticamente per produrre una particolare proteina umana (APP, Amyloid-b Precursor Protein) collegata alla malattia. Come gli esseri umani, questi topi mostravano precoci mancanze di memoria, causate dall’accumulo di complessi di 12 peptidi di beta amiloide intorno alle cellule. Quando i ricercatori hanno iniettato questi complessi nei cervelli di ratti sani, la loro memoria è stata temporaneamente disturbata. Gli autori sostengono che tali assembramenti danneggiano la memoria indipendentemente dalle placche o dalla morte di neuroni e che, in specifiche circostanze, possono innescare una serie di conseguenze che portano all’Alzheimer. Questa scoperta potrebbe essere usata per individuare e forse per prevenire la malattia, molto prima che emergano i disturbi più gravi. (m.r.)