Solstizio d’inverno, i calendari di pietra italiani stile Stonehenge

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(foto via Pixabay)

Anche l’home page di Google ce lo ricorda: siamo giunti al solstizio d’inverno, l’evento astronomico che segna la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno (non è infatti Santa Lucia il giorno più corto che ci sia). Quest’anno, le ore di luce saranno circa 9 alla latitudine di Roma, e il solstizio avrà luogo, per la precisione, oggi 21 Dicembre alle 11:44 del mattino ora italiana.

Ma in cosa consiste di fatto il solstizio d’inverno? L’asse di rotazione terrestre è inclinato rispetto all’eclittica (ossia il percorso apparente che il Sole compie ogni anno nel cielo) di un valore che varia, con un periodo di 41mila anni, tra circa 22 e 24 gradi. Al momento, l’angolo è di 23 gradi e 27 primi, e sta lentamente diminuendo. Questo implica che due volte, nel corso dell’anno, il Sole raggiungerà un valore massimo e minimo di declinazione rispetto all’asse terrestre, dando rispettivamente origine al solstizio d’estate, che segna l’inizio dell’estate boreale, e al solstizio d’inverno, marcando l’inizio dell’inverno boreale.

Ogni anno, il solstizio varia di circa 6 ore rispetto all’anno precedente, e viene riallineato ogni 4 anni grazie all’introduzione dell’anno bisestile, che elimina la progressiva divergenza tra stagioni e calendario che altrimenti insorgerebbe. Proprio per questo, a volte i solstizi possono cadere il 21 o il 22 dicembre (l’anno scorso, ad esempio, è caduto poco dopo la mezzanotte del 22 dicembre).

Nel mondo, sono moltissime le interpretazioni del solstizio d’inverno nelle diverse culture: nella maggior parte dei casi esso rappresenta un momento di rinascita che viene celebrato con rituali e festività. Le pietre di Stonehenge in Inghilterra, ad esempio, sono collocate in modo da allinearsi con la vista del sole al tramonto, nel giorno del solstizio d’inverno, un antico calendario di pietra che aiuta a scandire il passare del tempo.

Anche in Italia il solstizio era un’occasione che veniva celebrata già 3mila anni fa nelle versioni italiane di Stonehenge, come Petre de la Mola in Basilicata, Preta ru Mulacchio sul Monte Stella nel Cilento, Trinitapoli in Puglia e i megaliti della valle del Belice in Sicilia. Questi calendari in pietra italiani, risalenti alla tarda età del bronzo, sono stati infatti costruiti con la stessa tecnica di Stonehenge, che consiste nell’osservare la posizione del Sole nel giorno più corto e lungo dell’anno, e creare successivamente altri punti di riferimento intorno.

1 commento

  1. “Questi calendari in pietra […] sono stati infatti costruiti con la stessa tecnica di Stonehenge, che consiste nell’osservare la posizione del Sole nel giorno più corto e lungo dell’anno, e creare successivamente altri punti di riferimento intorno.”

    Sorge spontanea la domanda: come facevano a sapere che quello era il giorno piu` corto o piu` lungo dell’anno?

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