Da fastidiosi e inutili, i denti del giudizio potrebbero un giorno essere considerati utili e preziosi. Il terzo molare sembra infatti essere un’importante riserva di cellule staminali, da conservare in caso di necessità. Lo affermano i ricercatori del National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (Giappone) guidati da Hajime Ohgushi in uno studio pubblicato sul Journal of Biological Chemistry.
I ricercatori hanno lavorato sulle cosiddette cellule staminali indotte, note come IPS (Induced stem cell). Sono cellule già specializzate, ma “riprogrammate” in laboratorio allo stato staminale attraverso l’attivazione di quattro geni specifici (vedi Galileo). Con le IPS, che si comportano come staminali embrionali, sarebbe possibile, almeno in linea teorica, trattare i pazienti con cellule provenienti dai propri tessuti. L’efficienza con cui queste cellule si possono ottenere non è però molto alta e varia molto a seconda delle cellule di partenza: quelle della pelle, per esempio, facilmente accessibili, al momento producono poche staminali dalla bassa efficienza.
Ora, gli scienziati nipponici hanno scoperto che le IPS possono essere prodotte con successo dai tessuti molli del dente del giudizio, dove si trova una popolazione di particolari cellule, chiamate mesenchimali stromali, simili a quelle presenti nel midollo osseo ma, ovviamente, più accessibili. Gli scienziati hanno prelevato queste cellule dai denti del giudizio di tre volontari e le hanno trasformate in staminali indotte. Queste, coltivate in laboratorio, hanno mostrato di poter crescere con un’efficienza fino a cento volte maggiore delle tradizionali IPS prodotte dalla pelle, e di poter dare origine a diversi tipi di cellule, tra cui quelle del cuore.
Riferimenti: Journal of Biological Chemistry doi: 10.1074/jbc.M109.055889