Tecnologia salvavita

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità l’8 per cento dei farmaci usati nella pratica clinica è contraffatto, tra l’1,5 e il 5 per cento delle prescrizioni mediche fatte in ospedale è sbagliato, percentuale che sale fino al 7,6 per cento se parliamo di farmaci prescritti al termine di visite ambulatoriali. Le cifre sono state snocciolate da Octavian Purcarea, consulente scientifico della Direzione Generale “Società dell’Informazione e Media” nel corso di e-Health 2006, la conferenza europea sulla salute digitale, tenutasi a Malaga dal 10 al 12 maggio scorsi. Proprio la rivoluzione digitale applicata alla medicina potrebbe essere la soluzione all’alta percentuale di errori compiuti in corsia – negli Stati Uniti, per esempio, si calcola che ogni anno 7000 persone siano vittime di negligenze ospedaliere o errata somministrazione di farmaci. Diversi i progetti presentati durante la kermesse spagnola, che ha visto la partecipazione di 900 addetti ai lavori di 14 nazioni diverse. Fra questi anche Drive (Drug in Virtual Enterprise) dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano, che per questo ha ricevuto un finanziamento da parte dell’Unione Europea nell’ambito del 5° programma quadro. A presentare il progetto è stato Alberto Sanna, l’ingegnere responsabile dell’Unità di ricerca e sviluppo e-Services for Life and Health dell’istituto milanese: “abbiamo dimostrato che è possibile tracciare i movimenti dei farmaci all’interno di un ospedale e prevenire così il loro cattivo uso”, ha spiegato. Come? Grazie ai tag Rfid (targhette riconoscibili a distanza grazie alle radiofrequenze) applicati alle confezioni dei medicinali e a un armadio “intelligente” dal quale prelevare i farmaci per riempire il carrello del giro visite. Grazie a un’antenna posta sull’armadio, le confezioni comunicano al sistema centrale che qualcuno le sta prelevando e dal computer parte un controllo sulla sicurezza della singola scatola. Via Internet sarà possibile verificare col data base del Ministero della Salulte se le caratteristiche che identificano quel farmaco (codice a barre, numero di serie) non appaiano nella lista dei lotti rubati o contraffatti. Non solo l’armadio ma anche il carrello è per così dire “intelligente”: “mano a mano che si somministrano i medicinali ai pazienti il sistema viene avvertito e la lista delle specialità disponibili è continuamente aggiornata”. Tecnologie che possono aiutare nella pratica clinica e nella gestione delle scorte di medicinali e attrezzature, quindi, ma che possono essere un valido strumento anche per migliorare la formazione del personale medico e paramedico, sempre nell’ottica di migliorare le performance sanitarie ed evitare gli errori. E-Health è stata l’occasione per presentare anche il primo centro europeo interamente dedicato alla formazone di medici, infermieri, paramedici attarverso la simulazione virtuale e non, il Centro multifunzionale avanzato per la simulazione e l’innovazione tecnologica (Cmat) di Granada. Anche questo è un progetto targato Ue: l’investimento iniziale di nove milioni di euro è stato sostenuto per il 33 per cento dalle casse comunitarie e per il restante dal governo autonomo dell’Andalusia. Al Cmat c’è una simulazione per tutto: dalle operazioni di pronto soccorso fino alla sala operatoria, dal colloquio con i pazienti per stabilire quali siano i sintomi accusati alla lettura di lastre ed esami clinici. Grazie a degli attori e a un teatro si impara a soccorrere i feriti direttamente sulla scena di un incidente stradale, oppure a parlare con diversi tipi di malati, grazie a robot che respirano e possono simulare oltre 70 parametri fisiologici diversi, a operare nel modo più efficace e corretto, infine, con l’ausilio della realtà virtuale a eseguire laparoscopie e gastroscopie. Il tutto in un edificio ad alta tecnologia, dove tutte le stanze sono munite di telecamere in grado di inviare le immagini che registrano sugli schermi delle aule, dove gli studenti vanno in giro con un palmare su cui riescono a visualizzare i materiali che gli servono e gli insegnanti a gestire video e immagini. Il centro, che si finanzia con i servizi offerti, sviluppa anche applicazioni tecnologiche open source per la formazione di personale medico.

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