Col suo linguaggio complesso, i suoi numeri e i suoi problemi, non è strano che lo studio della matematica possa generare preoccupazione. Se per alcuni questo si traduce in un piccolo ostacolo, per altri può diventare un problema patologico: è la matofobia, o ansia da matematica. Un nuovo metodo d’analisi sviluppato dal team Kyoung Wahn Choe della University of Chicago ci fornisce nuovi strumenti per diagnosticarla e da qui, augurabilmente, combatterla. Come sono gli stessi scienziati a raccontarlo sulle pagine di Science Advances.
L’ansia da matematica, la matofobia
Lo stato d’ansia è riconoscibile dalla paura, l’apprensione e la tensione che provoca in chi ne è colpito. Nel caso della matofobia queste emozioni negative influiscono sulla capacità di interagire con le attività matematiche. L’ansia da matematica, infatti, può portare a un allontanamento dallo studio della materia, creando un circolo vizioso in cui il minor impegno e la minor quantità di pratica portano a un’ansia da matematica sempre maggiore. Gli scienziati ritengono che questo comportamento influenzi le scelte personali di studio e di carriera, allontanando dalle attività e dalle professioni scientifiche. Diagnosticare la matofobia, quindi, è molto importante e per riuscirci la squadra di ricercatori coordinata da Choe ha creato un sistema semplice e innovativo.
Riconoscere l’ansia da matematica
Non abbiamo molti dati empirici sulla matofobia. Da una parte perché è facilmente confondibile con altri disturbi e problemi (dalla comune ansia o una bassa capacità matematica) e dall’altra perché la ricerca mancava di un sistema appropriato per “misurarne” i comportamenti. Per sopperire a queste mancanze i ricercatori oggi hanno sviluppato e sperimentato un sistema basato su scelte, problemi e ricompense (letteralmente il choose-and-solve task, o CAST).
In ogni fase del test, ai partecipanti sono stati dati tre secondi per scegliere tra due problemi: uno facile, con una ricompensa fissata a due centesimi, e uno complesso, la cui ricompensa variava tra i due e i sei centesimi. Una volta scelta la difficoltà, i membri del campione hanno avuto sette secondi per risolvere il quesito, matematico o di spelling, prima di conoscerne il valore assegnato. I risultati ottenuti confermano la tendenza dei matofobici a evitare le attività matematiche, scegliendo i problemi più facili a scatola chiusa pur di evitare la materia e nonostante la possibilità di un guadagno più elevato.
Combattere l’ansia
Choe e colleghi sono riusciti a raccogliere evidenze del legame tra la matofobia e la tendenza a evitare le attività matematiche, fornendo contemporaneamente uno strumento utile agli specialisti per riconoscere l’ansia da matematica. Nonostante la necessità di indagare ulteriormente i meccanismi alla base del disturbo, il team ipotizza che i matofobici avvertano i benefici delle attività matematiche come inferiori allo sforzo necessario per ottenerli, allontanandosi progressivamente dalla materia. I ricercatori credono che il loro test possa aiutare la diagnosi, soprattutto nei bambini e negli adolescenti, permettendo di intervenire sull’ansia da matematica prima che questa influenzi le loro scelte di studio e di carriera.
Riferimenti: Science Advances
Credits immagine di copertina: Free-Photos da Pixabay