Sono il fisico Carlo Rovelli e l’anatomopatologo messicano Francisco Gonzalez-Crussi i vincitori della dodicesima edizione del Premio Letterario Merck. Il primo ha conquistato la giuria con La realtà non è come ci appare (Raffaello Cortina, 2014): un viaggio attraverso 25 secoli per spiegarci come è cambiata la nostra immagine del mondo grazie ad alcuni grandi visionari della storia, ci fa arrampicare sulle vette del pensiero di Democrito e Lucrezio, di Galileo e Newton, ci rende familiari argomenti complessi come la meccanica quantistica e la relatività di Einstein e ci invita addirittura a prendere seria visione di alcune idee estremiste emerse dai recenti studi sulla gravità quantistica, come quella secondo cui il tempo non esiste.
Il secondo ha invece vinto conOrgani vitali (Adelphi, 2014): uno scienziato che si è fatto narratore e ci accompagna, secondo la giuria, in un viaggio scientifico letterario all’interno del nostro corpo, tra storia, simboli e leggende, dove al centro resta sempre l’uomo. In entrambi i libri, dicono i giurati, si coglie una straordinaria capacità di tenere insieme l’assoluto valore scientifico della ricerca e la qualità letteraria della scrittura. La giuria ha inoltre riservato una menzione speciale a Giovanna Zucca per il romanzo Una carrozza per Winchester. L’ultimo amore di Jane Austen (Fazi Editore).
“La scienza e la letteratura sono discipline separate, ma entrambe sono essenziali per lo sviluppo e il progresso nella società”, ha ricordato Karl-Ludwig Kley, presidente dell’Executive Board di Merck, l’azienda tedesca che sponsorizza l’evento. Se ricorriamo a una sola disciplina per esaminare il nostro mondo, stiamo guardando con un solo occhio. Abbiamo bisogno di entrambe, letteratura e scienza, per avere una visione chiara. La ricerca e l’innovazione scientifica sono in grado di fornire risposte alle domande più pressanti relative al nostro futuro. Allo stesso tempo la letteratura può aiutarci a gestire l’incertezza associata alle nuove scoperte e può segnare la direzione dell’ingegno umano. Come società, ha concluso Kley, abbiamo bisogno sia della scienza che della letteratura – e abbiamo bisogno di persone che costruiscano per noi ponti tra le due discipline.
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