Una classificazione da rifare

L’albero evolutivo degli uccelli è da sradicare e sostituire. Lo annunciano, dalle pagine di Science, diversi gruppi di biologi molecolari e ornitologi che hanno lavorato insieme per oltre cinque anni nell’ambito del progetto Early Bird Assembling the Tree-of-Life Research, raccogliendo ed analizzando 32mila coppie di basi (le lettere che costituiscono le sequenze di Dna) provenienti dal 19 “pezzetti” diversi del genoma di 169 specie di uccelli. Si tratta del più grande studio genetico mai effettuato su questi animali, che ha coinvolto l’Università di Stellenbosch (Sudafrica), sette università statunitensi e il “The Field Museum” di Chicago, in possesso di una vasta collezione ornitologica e principale sede della ricerca.

Il processo evolutivo degli uccelli, inseriti nella classe tassonomica “Aves”, è difficile da chiarire, probabilmente perché i principali gruppi sono comparsi in tempi relativamente rapidi (in pochi milioni di anni) tra 100 e 65 milioni di anni fa, nell’ultimo periodo del Mesozoico (l’era dei dinosauri). La principale conseguenza di questa rapida diversificazione di specie aviarie a partire da poche forme ancestrali è la mancanza di “modelli intermedi”, cioè specie con tratti arcaici che possano fornire indicazioni sulla parentela esistente tra i diversi gruppi. Dal punto di vista della classificazione, un’altra conseguenza è che uccelli oggi con forma molto simile non necessariamente sono imparentati filogeneticamente: “A differenza degli studi precedenti”, commenta Rebecca Kimbal, tra gli autori della pubblicazione, “abbiamo rilevato profonde divisioni all’interno dei Neognati, il gruppo di uccelli moderni cui appartiene il 95 per cento delle forme esistenti”.

Gli uccelli che vivono a contatto con l’acqua (come i fenicotteri ed i cigni) non si sono originati, come si credeva, da un gruppo di uccelli acquatici ancestrali, così come uccelli che vivono sulle terre emerse (come turaco, colombe o grandule) non si sono evoluti da antichi uccelli terrestri. Analogamente, uno stile di vita simile non è indice di uno stretto grado di parentela: alcuni uccelli predatori, come i falchi, non sono imparentati con altri rapaci, come le aquile. Inoltre, i coloratissimi e diurni colibrì si sarebbero originati addirittura da sparvieri notturni. Infine, gli uccelli semiacquatici, cioè le forme con le zampe palmate, non sono un gruppo basale nell’evoluzione degli uccelli, come ritenuto finora. La maggior parte della classificazione di questi animali sembra quindi essere sbagliata. Questo potrebbe comportare la modifica del nome scientifico di decine di uccelli con la necessità di cambiare radicalmente quanto riportato su libri di testo e guide per il birdwatching. (i.n.)

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