Una dispensa di carbonio

Per gli ecosistemi marini del Golfo dell’Alaska, i ghiacciai intorno alla baia sono una dispensa ben fornita da cui attingere carbonio. Quello delle foreste che 7.000 anni fa si estendevano lungo le coste, rimasto poi intrappolato nei ghiacci. La sorprendente scoperta arriva da un gruppo di ricerca coordinato da Eran Hood, idrologo della University of Alaska Southeast, con uno studio pubblicato su Nature Geoscience che conclude un lavoro cominciato più di un anno fa.

Nella primavera del 2008, Hood e i suoi colleghi hanno misurato la concentrazione di nutrienti presenti nei bacini ghiacciati che alimentano il Golfo dell’Alaska. Considerata l’elevata velocità di scioglimento dei ghiacciai, era importante capire se e in quale misura l’azoto e i fosfati disciolti nelle acque ghiacciate contribuissero alla vitalità e produttività degli ecosistemi marini. Analizzando la concentrazione dei nutrienti di cinque ghiacciai intorno alla baia e confrontandola con quella misurata in bacini idrografici parzialmente o non ghiacciati, i ricercatori hanno ottenuto un risultato curioso: nonostante la quantità di nutrienti fosse maggiore nelle acque provenienti dai bacini circondati da foreste, quelle generate dai ghiacciai contenevano sorprendenti quantità di carbonio.

Questo risultato ha spinto i ricercatori a collezionare nuovi campioni da undici ghiacciai intorno al golfo. Il campionamento aveva lo scopo di determinare età, sorgente e biodegradabilità del materiale organico. “Abbiamo scoperto che maggiore era la quantità di ghiaccio presente nel bacino idrografico, maggiore era la disponibilità di carbonio” – ha spiegato Durelle Scott, altro autore dello studio – “e più alta è la percentuale di copertura del ghiacciaio, più vecchio è il materiale organico, che risale anche a 4.000 anni fa”.

I geologi ipotizzano che in un periodo compreso tra 2.500 e 7.000 anni fa, le foreste che crescevano in quei territori furono ricoperte dai ghiacci. In questo modo, la materia organica rimase intrappolata. Il carbonio così formato è rimasto rinchiuso nel ghiaccio per migliaia di anni, pronto per essere metablizzato dagli ecosistemi marini attuali. (m.s.)

Riferimenti:doi:10.1038/ngeo280 

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