Progettato dalla Nasa per studiare la formazione delle galassie, il satellite Wire (Wide-Field Infrared Explorer) è andato in panne subito dopo essere stato lanciato. I tecnici americani della base terrestre di Poker Flats se ne sono accorti quando, malgrado diversi tentativi, non sono riusciti a impedire che continuasse a ruotare intorno al proprio asse. “Questi sistemi”, dice a Galileo Francesco Melchiorri, ordinario di astrofisica all’Università la Sapienza di Roma, “sono progettati in modo da rivolgere sempre le spalle alla Terra per evitare che la radiazione infrarossa emessa dal nostro pianeta, di potenza enorme, riscaldi gli strumenti di bordo. Proprio per raffreddare il telescopio, su Wire era stato imbarcato dell’idrogeno solido, che, con l’aumento di temperatura, ha cominciato ad evaporare e ad uscire attraverso delle valvole. Molto probabilmente questo flusso ha funzionato da jet e ha indotto una rotazione incontrollabile del satellite, facendo saltare tutti i sistemi di puntamento. Anche se Wire venisse recuperato”, conclude Melchiorri, “l’incidente fa pensare che la missione di Wire sia ormai seriamente compromessa”. (r.l.)