I sospetti c’erano stati sin dall’inizio, per quello sconosciuto venuto da lontano. Da principio infatti ‘Oumuamua venne ritenuta una cometa, ma l’assenza di una specifica attività cometaria aveva poi portato a classificare quel sigaro spaziale come un asteroide, il primo interstellare, ovvero proveniente da fuori il Sistema solare. Oggi però i ricercatori fanno un passo indietro: ‘Oumuamua sarebbe in realtà una piccola cometa interstellare, raccontano sulle pagine di Nature, in uno studio che vede come primo nome l’italiano Marco Micheli dell’ESA SSA-NEO Coordination Centre di Frascati e dell’Osservatorio Astronomico di Roma, Monte Porzio Catone dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica).
A rimescolare le carte in tavola sono state le osservazioni sulla traiettoria di ‘Oumuamua (1I/2017 U1), inseguito sia dai telescopi a terra che dagli occhi spaziali del telescopio Hubble. Monitorando il percorso di questo sigaro spaziale – la sua forma appariva infatti estremamente allungata e inusuale – i ricercatori hanno osservato che la sua traiettoria deviava dall’atteso, da quello cioè che era ragionevole attendersi per un oggetto influenzato unicamente dalla gravità del sole e dei pianeti. Cosa lo faceva deviare?
Escluse alcune ipotesi, legate alla pressione di radiazione, agli effetti del vento solare o alla collisione con un altro oggetto, o alla forma stessa del suo corpo, i ricercatori sono tornati a quella iniziale: ‘Oumuamua in realtà è una cometa di cui avrebbe le proprietà termiche, e le deviazioni osservate nella sua traiettoria sarebbero così dovute ai gas emessi dalla sua superficie. Responsabili, spiegano i ricercatori, delle accelerazioni di tipo non gravitazionale osservate.
Al momento però, ricordano dall’Esa, tracce di questa attività cometaria continuano a mancare nelle immagini riprese dagli occhi degli osservatori che l’anno studiata, portando a credere che o la quantità di polvere rilasciata sia davvero poco o che venga rilasciato più gas che polvere dalla cometa (oggetti dal cuore ghiacciato, che sublimano direttamente in gas in vicinanza del sole). Un oggetto in ogni caso piccolo, ricordano i ricercatori, lungo poche centinaia di metri (le iniziale stime parlavano di 400-800 metri).
“Rimangono molte incognite sulla natura di questo oggetto, ma sappiamo che arriva da un altro Sistema solare, di cui non sappiamo nulla”, precisa Micheli. E che probabilmente si tratta di una cometa, concludono i ricercatori.
(Credit immagine di copertina: SA/Hubble, NASA, ESO, M. Kornmesser)