In frantumi un pezzo di Antartide

In circa cinque settimane, fra la fine di gennaio e l’inizio di marzo, si è verificato il più rapido e massiccio distacco di ghiaccio dall’Antartide fra quelli osservati negli ultimi 30 anni. Lo hanno rivelato alcune immagini satellitari analizzate al National Snow and Ice Data Center dell’Università del Colorado. La sezione Nord della piattaforma Larsen B, collocata all’estremità della Penisola Antartica, a circa 1600 chilometri dall’America Meridionale, si è frantumata in migliaia di piccoli iceberg. Era un prolungamento galleggiante del ghiaccio che ricopre la terraferma, esteso 3250 chilometri quadrati (due volte la città di Londra), spesso 200 metri e pesante 500 miliardi di tonnellate. Tra le cause del distacco il surriscaldamento globale, ed in particolare l’incremento di 2,5 gradi centigradi nella temperatura media della regione, verificatosi negli ultimi 50 anni. Ovvero l’aumento più significativo fra quelli osservati nell’emisfero meridionale. Ma secondo i ricercatori ha contribuito al fenomeno anche la complessa combinazione di correnti oceaniche e circolazione atmosferica propria dell’Antartide. Poiché la piattaforma era già galleggiante non si dovrebbe verificare un innalzamento del livello delle acque, ma non è escluso che il ghiaccio retrostante possa cominciare a fluire più rapidamente nell’oceano. Gli scienziati continuano a osservare il fenomeno che fornirà dati utili per prevedere eventi analoghi. (m.ca.)

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