Scoperti nel cervello gli interruttori che accendono o spengono lo stimolo dell’appetito. Uno studio sui topi, realizzato da Serge Luquet dell’Università di Washington e pubblicato su Science, ha individuato le cellule neurali che regolano il comportamento alimentare. Il compito di decifrare i segnali di fame e sazietà spetta a un piccolo gruppo di circa 5.000 cellule che si trova in una regione del cervello chiamata nucleo arcuato. Si tratta di due tipi di neuroni, noti come Pomc e Npy/Agrp: questi riconoscono e rispondono ai messaggi ormonali che arrivano al cervello, avvertendo se l’organismo ha bisogno di ricevere o di consumare energia. La ricerca, condotta nei laboratori dell’Howard Hughes Medical Institute, ha mostrato che i topi adulti privati di questi neuroni, smettevano di mangiare. Il loro appetito si riduceva drasticamente, provocando un calo del 20 per cento di peso in soli 6-8 giorni. L’eliminazione degli stessi neuroni in topi appena nati, invece, non comporta gli stessi effetti, in quanto il cervello in fase di sviluppo riesce a compensare la deficienza poco tempo dopo la nascita. Gli scienziati si interessano a queste famiglie di neuroni fin dal 1980, quando trovarono che le proteine da essi prodotte, iniettate nei topi, ne aumentavano la voracità fino a farli diventare obesi. Tuttavia il ruolo delle cellule neurali nel comportamento alimentare, ora chiarito, è stato a lungo messo in discussione. Secondo gli scienziati, eventuali test sugli esseri umani darebbero risultati simili, perché i circuiti che regolano l’appetito nei roditori e nella nostra specie sono gli stessi. (t.m.)